05Nov 18
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Sorpresa! Solo il 26 per cento dei francesi ha ancora fiducia in Emmanuel Macron. Ancora un piccolo sforzo e il beniamino dei “dem” nostrani, supererà i record negativi toccati dall’insopportabile François Hollande, il più inviso presidente della Quinta repubblica. Un disastro pieno, senza appello. Ma cosa sta succendo a Parigi? Tante cose e tutte spiacevoli. Da anni il Paese è in crisi profonda: il tracollo dello stato sociale — l’état providence — ha prodotto un massiccio indebitamento pubblico e una pressione fiscale pesantissima (ultimo balzello l’aumento del 15 % del prezzo della benzina e del 23% del diesel). Per di […]
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30Ott 18
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Salve, buondì a tutti. Ecco Selene Ticchi, la poveretta che si è presentata il 28 ottobre a Predappio sulla tomba di Benito Mussolini con una maglia con la scritta “Auschwitzland“. Olè. Tanta, troppa carne ma poca, pochissima materia grigia. Sulla maglietta (taglia xxl) erano raffigurati l’ingresso del campo di sterminio nazista e i caratteri della Disney, quasi a voler suggerire un parallelo fra il lager e il parco di Topolino. Pazzie. Intervistata dal quotidiano bolognese Il Resto del Carlino, la donna — già militante di Forza Nuova — ha provato a giustificarsi. E la spiegazione ha del grottesco: “Ho indossato […]
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25Ott 18
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C’era una volta l’Africa Orientale Italiana, l’AOI. Il piccolo impero dell’ultima delle grandi potenze d’Europa. Una costruzione effimera, fragile ma non indegna. Anzi. A differenza dei blocchi britannici e francesi e dei loro prolungamenti olandesi, belgi e portoghesi (i tedeschi furono eliminati nel 1918), l’esperienza italiana — dal 1869 sino al 1942 e, poi, nel decennio d’amministrazione fiduciaria della Somalia (1950-60) — ebbe una sua originalità e un successo limitato ma significativo. Ovviamente, vi furono luci e ombre, successi e fallimenti, efferatezze e progresso: un mescolone arci-italiano di sentimenti, progetti, velleità, opere. Al netto, l’AOI rimane uno dei pochi capitoli […]
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21Set 18
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Inge Feltrinelli è morta. Adieu. Aveva la sua età e la vita è stata (molto) generosa con lei. Terza moglie di Giangiacomo Feltrinelli, aveva ereditato parte della fortuna del suo lunatico consorte defunto dopo l’imbarazzante esplosione a Segrate. Piccolo passo indietro. Nel 1972, il magnate pasticcione divenne marmellata maneggiando dinamite su un terreno di sua proprietà. Un giochino pericoloso in nome della “rivoluzione proletaria” e altre puttanate. Il PCI (gente seria) lo aveva allontanato per tempo considerandolo un pericoloso avventurista, ma per la grassa borghesia milanese il Giangi ( per l’occasione il “compagno” Osvaldo) divenne un “eroe”, un “martire”. Al […]
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14Set 18
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Nonostante gli imbarazzanti vigilantes del pensiero unico in questo strambo 2018 qualcuno finalmente è tornato ad indagare, scrivere e discutere della defunta RSI di Mussolini. Con serietà e serenità. Ci riferiamo al libro di Sergio Tau “La repubblica dei vinti”, impreziosito da un’emozionante prefazione di Buttafuoco, e all’ultima fatica di Pansa “La repubblichina”. Due lavori diversi ma importanti che offrono una diversa angolazione sulla tragedia della guerra civile 1943-45. L’8 settembre — la fuga del re, la viltà di generali e ammiragli, il liquefarsi dello Stato — rappresentò per una generazione cresciuta nel mito della “terza Roma”, dei “destini imperiali” […]
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01Set 18
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In questa stramba estate trascorsa tra porti prima chiusi e poi aperti, ministri “cattivisti” ed ex ministri “buonisti”, politici guasconi e pessimi magistrati, rare sono state le voci ragionanti. Certo, gridare, rumoreggiare, insultare, semplificare piuttosto che riflettere e analizzare un fenomeno epocale come le migrazioni africane è sicuramente più facile e, sull’immediato, pagante. A destra come a sinistra. Da qui le strampalate kermesse sinistrose di Catania e Milano o le “grida” (ricordate Manzoni?) governative e le boutades “navaliste” di certi destrosi ignari di ogni nozione di Diritto del mare. Eppure in questo tsunami di sciocchezze e banalità si scorge anche […]
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06Ago 18
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Vi sono pellicole che è meglio che gli italiani non vedano. Film che raccontano storie tragicamente vere ma ancora molto fastidiose, terribilmente imbarazzanti. È il caso di “The last witness” (L’ultimo testimone) del regista polacco Piotr Szkopiak imperniato sugli opachi retroscena del secondo dopoguerra. Per l’esattezza sulle menzogne che circondarono la strage di Katyn, la sanguinosa mattanza in cui caddero assassinati quindicimila ufficiali polacchi caduti prigionieri dell’Urss— in quel tempo alleata della Germania hitleriana — nell’invasione del 1939. La responsabilità del massacro, come ammise Gorbaciov cinquant’anni più tardi, fu tutta di Stalin. Per ordine diretto del Cremlino i miliziani dell’Nkvd […]
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30Lug 18
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La Corea del Nord ha pochissimi estimatori (tra tutti il pirotecnico senatore Razzi…), molti nemici e rarissimi studiosi. Tra questi spicca per acume, serietà scientifica e ottima scrittura Clemente Ultimo, analista di politica internazionale. Il suo nuovo lavoro (COREA DEL NORD, Passaggio al Bosco edizioni, Firenze 2018, Ppgg. 224, euro 14.00) è una preziosa guida per comprendere — riprendendo la definizione di Churchill sull’Urss — «un rebus avvolto in un mistero che sta dentro a un enigma», un mondo chiuso e apparentemente insondabile che l’autore ha cercato (con successo) di decifrare. Per Ultimo le necessarie chiavi interpretative per capire il […]
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16Giu 18
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Triste la parodia del Comune di Roma su via Almirante. Patetica la figura di Raggi Virginia, nostalgica degli anni dell’odio. Insopportabile la coltre di bugie (per il Corriere di oggi, pag. 10, Almirante fu un “generale repubblichino”…) e vecchie menzogne. Per fortuna in questi giorni è uscito “Romualdi e Almirante Destre parallele” (Ferge, pag. 174, 13 euro). È un libro importante per capire cosa fu veramente il defunto Movimento Sociale Italiano. Un piccolo, caotico, litigiossimo universo politico e un “mondo umano” di rara intensità. Al tempo stesso un’occasione di riflessione. Sul passato e sul presente. Per più motivi. Gli […]
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09Apr 18
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Non bisognava essere un aruspico o un veggente per prevedere la clamorosa vittoria di Orbàn. Bastava conoscere un po’ l’Ungheria, la sua storia recente e remota, magari visitare le sue città, parlare con i suoi cittadini. Camminare e leggere. Informarsi. Cose semplici, l’abc del giornalismo. E invece no. Per settimane i mass media occidentali hanno dipinto un’Ungheria immaginaria, fantasticando su un paese ansioso di scrollarsi di dosso l’ingombrante Viktor per tornare sotto l’ala degli euro burocrati. Cazzate. Il risultato tutto tondo di Orbàn — affluenza record (68,8%, l’8 in più delle scorse elezioni), Fidez al 49, gli ultra nazionalisti di […]
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