La notizia non è tanto insolita. Almeno per chi segue con costanza le cose inglesi. Lo scrittore Clive Staples Lewis (1898-1963) conquisterà a breve un cantuccio nell’Abbazia di Westminster a Londra. Il prossimo 22 novembre, infatti, a cinquant’anni esatti dalla morte dell’autore delle Cronache di Narnia (Mondadori) una piccola lapide col suo nome troverà posto nel cosiddetto “angolo dei poeti”, ovvero quella parte dell’Abbazia dove si raccolgono testimonianze “eterne” dei pilastri letterari della società inglese. Dal punto di vista architettonico, non è un gran bel vedere. Le lapidi, le statue, le targhe sono sparse sulle pareti del transetto meridionale in modo sparso e senza una costanza di materiali e colori e soprattutto senza uniformità. Però è pur sempre un tributo che un popolo fa agli uomini che lo hanno illuminato nel corso dei secoli.

Da noi un posto del genere manca. Non possiamo portare i nostri figli, in generale i nostri ragazzi, di fronte a un luogo dove vengono ricordati gli uomini illustri che hanno fatto grande la lingua e la civiltà italiana. Un luogo soprattutto, come capita appunto a chi si trova a visitare il “poets corner” di Westminster, dove verificare se le proprie predilezioni riflettono valori comuni e condivisi. La lista dei nostri autori potrebbe essere lunga, oppure si potrebbe limitare a un manipolo contenuto. Il tributo sarebbe comunque un modo anche per veicolare una tradizione e per aiutare la nostra civiltà letteraria a sopravvivere.

Intanto, mentre ci lambicchiamo sul luogo ideale e sui nomi con cui popolare il nostro “angolo dei poeti”, potremmo riprendere in mano il capolavoro di Lewis. Le lettere di Berlicche (Oscar Mondadori) è un romanzo epistolare pubblicato nel1942 a Londra. Vi si trovano le missive che Berlicche, appunto, manda al nipote per aiutarlo nel compito più scontato per un diavolo: dannare l’anima di un uomo. Un espediente curioso e molto ambizioso con il quale Lewis affronta diversi temi morali e spirituali dando di volta in volta una chiave religiosa o ironica alle missive. D’altronde la fede cristiana profondamente radicata in C.S. Lewis si riflette anche nell’iscrizione del memoriale in pietra che verrà ospitato nel “poets corner”. Verrà usata infatti una citazione tratta da una conferenza del 1944 all’Oxford Socratic Club: “Io credo nel cristianesimo come credo che il sole è sorto. Non solo perché lo vedo, ma perché da esso vedo tutto il resto”.

 

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