Viviamo in un’epoca caratterizzata non solo da crisi di valori, ma anche dal ribaltamento dei significati di alcuni gesti naturali e spontanei come, ad esempio, il mangiare. Una volta si dava la colpa ai mass media, i quali, propinandoci continuamente i profili scarni di fotomodelle e di signore delle spettacolo che, come Silfidi davano vita ai loro show, condizionavano l’atteggiamento, soprattutto quello delle donne, verso il cibo. Oggi, è vero, le vittime sono sempre perlopiù donne in un’età compresa tra i 13 e i 35 anni, anche se tra i 3 milioni di italiani che soffrono di disordini alimentari, una buona percentuale è rappresentata da uomini, persone che hanno instaurato col prezioso cibo un rapporto distorto. Un contesto preoccupante: l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera le patologie di tipo anoressico e bulimico, tra le giovani, come la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Una emergenza, dunque, che si è declinata in diversi modi. In occasione della Giornata Nazionale contro i disturbi alimentari, che si celebrerà domani 15 marzo, è importante fare il punto su una situazione critica e capire quanto ne sappiamo, soprattutto per poter riconoscere, tra i sintomi, le manifestazioni di certi disturbi legati al cibo. Oltre alla bulimia e all’anoressia avrete di certo sentito parlare di ortoressia, forse un po’ meno di drunkoressia. L’ortoressico, ad esempio, è ossessionato dall’idea di evitare cibi ritenuti dannosi per la salute e ha la necessità di conoscere ogni singolo ingrediente contenuto negli alimenti. Tra gli adolescenti, invece, si sta diffondendo la drunkoressia, ossia l’abitudine di mangiare poco fino ad arrivare al digiuno per compensare l’aumentato apporto calorico dal consumo ingente di bevande alcoliche. Non si può nemmeno definire follia, come spesso vengono etichettati, dal pensiero comune, questi comportamenti, perché si comprende che alla base esiste un ragionamento razionale, oltre che deletereo. Come la bigoressia; si tratta di un disturbo caratterizzato da una forte dispercezione corporea, opposto a quella che caratterizza l’anoressia nervosa. Chi soffre di bigoressia abusa di esercizio fisico, diete iperproteiche e anabolizzanti, per scongiurare la convinzione di apparire piccolo, esile, inadeguato. Il cervello umano è proprio un mistero; pensate che anche le donne incinte possono essere vittime di disturbi alimentari. Unna certa attenzione è caduta sulle pregnoressiche. Pregnoressiche? Si tratta delle donne donne in stato interessante che, non volendo aumentare di peso durante la gravidanza, si sottopongono ad allenamenti prolungati e a diete ipocaloriche. Questa sì, che è una follia, visto che il feto non credo ne possa giovare. Io di certo non ho sofferto di questo disturbo, dato che la mia seconda gravidanza mi ha portato ad aumento di peso di ben 33 kg. Mia nonna, a commento di questi vari comportamenti, avrebbe sentenziato: chi ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti.

 

.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.

Tag: