C’è un solo motivo che ti può portare a parlar male della Sarnico-Lovere che si corre tra poche ore sul quel pezzetto di paradiso che è la sponda bergamasca del  lago d’Iseo: non poterci andare. Anzi no, ce n’è  un altro: domani con tutta probabilità non pioverà come lo scorso anno ma è annunciato anche qualche (piccolo) sprazzo di sole che moltiplica all’ennesima potenza l’invidia per quei quasi tremila  che domattina alle 9 e mezzo si godranno invece  26 chilometri di puro piacere podistico. Metro dopo metro, sponda dopo sponda, galleria dopo galleria costeggiando il lago da Sarnico a  Predore,  da TavernolaRiva di Solto a Castro fino al porto Turistico di Lovere. Qui la corsa è davvero un’emozione che ti rimbomba dentro insieme al silenzio di una strada mozzafiato chiusa al traffico,  all’eco delle gallerie e al rumore delle scarpette da running che scandiscvono i chilometri. Si deve pensare a correre, solo a quello. Una, due, tre ore di fatica che su questo lago è più che mai un premio. Difficile raccontare quanto possa essere piacevole la sofferenza di una maratoneta ma la Sarnico-Lovere per chi vuol provare a farlo è il biglietto da visita perfetto.  Quest’anno per la corsa di Gianni Poli è la quarta edizione ed è anche record di iscritti per la competitiva internzaionale Fidal: 2700  provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. Un record che ha portato di riflesso il tutto esaurito negli alberghi e B&B della zona perchè questa è una di quelle gare che vale una piccola vacanza.  Tra i top runner anche  il vincitore dell’edizione 2012 e detentore del record del percorso Lahcen Mokraji, Bett Kiplagat e  l’azzurro Michele Palamini.  Se la dovranno vedere con Khalid En Guady vincitore della 1ª edizione, Said Boudalia e  Tyar Abdelhadi. Tra le donne la vittoria sarà una faccenda che si sbrigheranno  Claudette Mukasakindi, 2ª lo scorso anno, l’australiana Jane Richards vincitrice della mezza di Hong Kong, la keniota Cherono e l’americana Lowry. Tra poche ore si parte è il vero peccato è quello di non  esserci perchè a volte ( spesso) la domenica si lavora. Ma come diceva la volpe con l’uva…tanto è una gara come tante. Magari fosse così.