giuabGianni Brera è una storia che non finisce più. Basta leggerlo ( e rileggerlo) per rendersene conto. Il Premio Gianni Brera che dal 2001 promuove gli insegnamenti e la memoria di «GiuanfuCarlo» e assegna  da tre lustri un Trofeo agli sportivi  che lo sport lo intendono come lo intendeva lui, un pezzo di storia lo sta diventando. Lunedì 25 gennaio alle 18.30 al Teatro Dal Verme in via San Giovanni sul Muro sarà la quindicesima edizione. E chi è passato da queste parti è perchè ha lasciato un segno, ha fatto qualcosa di importante.Ideato dal Circolo Culturale I Navigli, il «Premio Gianni Brera» è nato con l’intento di promuovere nel tempo gli insegnamenti e la memoria di quel grande scrittore del nostro tempo che fu Brera affinché continuasse negli anni a essere di esempio e ispirazione. Brera, scomparso quasi venticinque anni fa (era il 19 dicembre del 1992) ha lasciato in eredità articoli memorabili, la sua è stata una scrittura che ha raccontato lo sport come dovrebbe essere, come uno se lo immagina, inventandosi parole nuove, adattando alla poesia di un gesto quella di un racconto che è poi diventato storia della letteratura. Con lui gli italiani hanno imparato a conoscere parole come melina, contropiede, libero, atipico, pretattica. Sudore, fatica, gambe e cuore erano aggettivi che nei suoi racconti di futbol non mancavano mai e che bisognava mettere sul campo. E infatti più Riva che Rivera, più Bearzot che Sacchi, più mediani che mezzeali. Brera sapeva cogliere magia ed essenza dello sport, il senso più profondo, sapeva raccontare le emozioni andando oltre la cronaca. Fu con Brera che gli articoli diventano anche commento tecnico, che il giornalista diventa anche un po’ allenatore e avventurandosi a a parlare di tattica, di marcature e di moduli con cui schierare le squadre in campo. E non furono solo racconti di calcio, ma anche di ciclismo, di atletica di tutto un mondo su cui lasciò una firma indelebile.La quindicesima edizione del Premio Brera servirà come sempre a rinnovare questo patrimonio, a conservare una ricchezza culturale che per nostra fortuna è nero su bianco e si tramanda per iscritto. Una serata ricca di personaggi carismatici e di storie di sport affascinanti. Nella rosa dei prescelti i calciatori Gigi Buffon e Luca Toni, la ciclista recordwoman Anna Mei, l’ex ciclista Gianni Motta, Bruno Longhi con Giovanni Trapattoni, il nuotatore paralimpico Federico Morlacchi, la stella del dressage Valentina Truppa, il Fanfulla e la Società Panini. Un presente che continua e che va ad arricchire un albo d’oro che nella sua prima edizione ha premiato la Ferrari e annovera fra gli altri L’Olimpia Milano Basket, la Juventus, Daniele Molmenti e Cecilia Camellini, Gianni Petrucci, l’ Internazionale, la Nazionale femminile Volley, Valentina Vezzali e così via. Tra i riconoscimenti dello scorso anno si ricordano anche quelli al triatleta della Dds Daniel Fontana e alla schermitrice paralimpica Beatrice «Bebe» Vio, ma anche a scrittori di sport come Marco Pastonesi.