sptdw4026_670Dopo Bulgari, Loro Piana, Fendi, Pomellato e dopo la storica pasticceria Cova in via Montenapoleone a Milano,  i francesi ci “rubano” anche le biciclette. E che bici…. Ora  bisognerà mettere l’accento sulla o finale anche su Pinarello,  storico marchio delle due ruote da corsa made in italy. E’ di oggi la notizia dell’ingresso nel capitale dell’azienda trevigiana di L Catterton,  il private equity nato dalla partnership fra il gruppo del lusso francese Groupe Arnault (holding company di Bernard Arnault, patron di Lvmh) e il fondo americano Catterton. Un’operazione di cui si parlava da tempo che vede il fondo rilevare le quote di maggioranza dell’azienda con l’obbiettivo espandersi sui mercati internazionali e ampliare la rete di vendita con l’apertura di nuovi concept store in diverse città. La Pinarello, fondata a Treviso nel 1952  da Giovanni “Nani”  Pinarello con il  fratello Carlo inizialmente produceva solamente bici da passeggio. Poi è diventata ciò che è oggi e cioè uno dei marchi top del ciclismo mondiale anche a livello professionistico. Si potrebbe riempire un album di figurine  mettendo insieme i grandi campioni che hanno pedalato e pedalano sulle Pinarello, da Miguel Indurain a  Jan Ullrich, da Bradley Wiggins a Chris Froome, solo per citare i più recenti.  Il fondo rileverà la maggioranza dell’azienda ma Fausto Pinarello, attuale ad della Cicli Pinarello, continuerà a guidare il business dall’headquarter di Treviso e deterrà una “minoranza rilevante”  sottolinea un comunicato dell’azienda. La società  nell’ultimo esercizio 2015/2016 ha raggiunto un fatturato di 52 milioni, per il 90% realizzato all’estero, conta oltre 50 dipendenti e produce 30mila pezzi l’anno tra bici e telai, con investimenti in ricerca e sviluppo pari al 4% del fatturato. ’”Ci apprestiamo a scriverne una nuova pagina- ha spiegato Fausto Pinarello che in questi anni ha avuto il merito di trasformare in un marchio internazionale un’azienda familiare-  ma rimane la storia della nostra azienda, che continuerà ad essere guidata dal team che l’ha resa unica nel mondo e che vedrà aprirsi a nuove possibilità di crescita, mantenendo ben salde le nostre radici e la capacità di creare prodotti innovativi e di altissima qualità”.  Ciò detto, resta il fatto che comunque un po’ si volta pagina anche se nel segno di un tradizione che ha tutto l’interesse a conservare il fascino di un storia italiana che soprattutto in questo settore resta un valore aggiunto: piegato anche  “Siamo emozionati di affiancare Pinarello-  spiega Andrea Ottaviano, managing partner di L Catterton Europe- E’ un’azienda che è stata capace di posizionarsi come il marchio di bici da corsa nel mondo, realizzando prodotti di incomparabile qualità e bellezza…”. E un po’  però torna alla mente il romantico cantare di Paolo Conte che, con la sua voce roca da jazzista triste,  raccontava dei francesi che si “incazzavano” vedendo passare Bartali in testa sulle strade del loro Tour. Allora eravano davanti noi, ma erano altri tempi…

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