srziI treni passano veloci e bisogna esser bravi a salirci sopra. E Michele Sarzilla, bergamasco, 31 anni, il suo l’ha preso al volo. Ora è un triatleta professionista, fresco campione italiano nella specialità regina, quella olimpica. Ma fino a due anni nuotare, correre e pedalare erano solo una passione da coltivare nel tempo libero perchè gli toccava lavorare sodo. Sognava di fare l’architetto e come tanti giovani del Belpaese si era ritrovato a servire ai tavoli prima a Londra poi Barcellona ma anche a raccogliere mais e Kiwi durante le vacanze lavoro in Nuova Zelanda. Un’altra vita. Perchè a volte bastano un incontro, un allenatore, una squadra a farti cambiar pagina. Così il treno passa e non te lo fai scappare. Che poi può essere anche un aereo, quello che proprio stamattina campione di Seriate prenderà per andare a Santo Domingo dove si è conquistato il diritto di partecipare alla tappa finale della Coppa del mondo di triathlon. «Mai e poi mai, nemmeno nella più rosea delle aspettative avrei immaginato, in soli due anni di passare da “uno che non voleva nessuno“ ad essere “uno da coppa del mondo“- racconta-. E devo dire grazie alla mia squadra ma soprattutto ai tecnici Fabio Vedana e Simone Diamantini di 7Mp di Settimo Milanese che due anni fa hanno scommesso su di me che non ero nessuno…» Due anni per cambiar tutto. Per rimettersi in sella e in gioco. Due anni per ricominciare, anzi cominciare, una carriera sportiva che sembrava impossibile alla sua età: «In realtà qualche gara anche quando ero in Spagna l’avevo fatta- racconta Sarzilla- Da perfetto sconosciuto e senza neppure un allenatore ero riuscito a piazzarmi decimo in un campionato assoluto. Nulla di più…». E lì si resta. Lì restano in molti. Poi però capita che la vita ti porti a rivedere i piani. «Purtroppo sì- racconta- Sono rientrato in Italia perchè un aneurisma ha colpito mio padre che è finito in coma e così mi sono chiesto cosa ci facessi io ancora all’estero. Volevo stare vicino a mia madre che poi è il vero “trattore“ della nostra famiglia. E così dopo otto anni sono tornato». Torna in Italia e si riavvicina al triathlon. Un po’ per gioco, molto sul serio. «Quando mi hanno presentato il mio allenatore di oggi Fabio Vedana, non ne voleva sapere di allenarmi. “Prima voglio capire chi sei…“ mi aveva detto. Poi mi ha fatto fare un settimana di test a Livigno e da lì e cominciato tutto». Quest’anno Michele Sarzilla, oltre al campionato italiano assoluto sulla distanza olimpica, ha vinto anche il titolo assoluto “no draft“ (la specialità che vieta di stare nella scia deglia avversari in bici) e il titolo italiano di duathlon classico. E’ arrivato primo nell’olimnpico di Bardolino, in quello di Ecorace a Segrate, nel DeejayTri che si è corso Milano ed è salito sul podio in una gara di coppa del mondo a Larache in Marocco: «Ma il piazzamento che mi ha permesso di conquistare il diritto di andare a correre la World cup a Santo Domingo è stato il quinto posto nel campionato europeo in Romania- spiega- Da lì correrò una gara in Cile ed una in Argentina e poi chiuderò questa mia stagione incredibile, che mai mi sarei aspettato e che mi ha insegnato molto, a credere in me stesso ma ancor più a sognare in grande e a lavorare sodo…E a me torna sempre in mente una canzone di Lucio Dalla quella che diceva che “sono pochi gli anni forse sono solo giorni, stan finendo tutti in fretta e in fila e non ce n’è uno che ritorni…» [TESTO]» Per questo quando i treni passano bisogna essere veloci a saltarci sopra.