La malattia da reflusso gastroesofageo interessa circa il 20% della popolazione italiana ed europea. Rappresentando una tra le più comuni patologie, richiede cure sia da parte del medico di base che dallo specialista gastroenterologo. Come si manifesta? La problematica che interessa anche i più giovani, causata da stili di vita poco corretti – come un’alimentazione poco salutare, sedentarietà, fumo, alcol così come lo stress e l’ansia – si manifesta principalmente con rigurgito e bruciore. Tra le cause scatenanti, sono annoverate anche disfunzioni anatomiche o funzionali.

Certo che, durante le vacanze, quando abitudini igieniche e alimentari possono cambiare a causa del caldo o di una trasferta in un luogo di villeggiatura, il disagio può aggravarsi e creare ancora più disagi.

Il Dottor Marco Soncini, Presidente Aigo – Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Digestivi Ospedalieri e Direttore Dipartimento Area Medica ASST Lecco offre dei consigli per la gestione della problematica: “Serve sapere come gestirlo per non aggravarne i disturbi. Ad esempio, non interrompere una terapia in corso pensando che il solo relax possa fare miracoli. Se nella maggior parte dei casi, dopo un ciclo di cure con antisecretivi acidi della durata di 1 o 2 mesi, si assisterà ad un controllo della sintomatologia, l’interruzione della stessa porterà ad una ripresa dei disturbi e quindi a nuovi controlli medici e ripresa della cura, vanificando l’effetto benefico del trattamento precedente e di fatto, anche delle vacanze tanto attese”.

 “Certamente una dieta ben bilanciata durante la giornata evitando pasti abbondanti e l’assunzione di alcolici ci aiuterà, insieme ad una regolare attività fisica come belle passeggiate in montagna o rilassanti bracciate di nuoto, a lasciare il reflusso a casa e goderci le meritate vacanze” ricorda il Presidente Aigo.

Ecco, dunque, alcuni consigli da tenere presente per gestire al meglio la malattia da reflusso anche in vacanza.

 Attenzione ai cocktail, al caffè e ai cibi piccanti, perché l’alcol associato a pasti abbondanti ad alto contenuto di grassi risulta un agente che favorisce l’insorgere o i ripresentarsi dei sintomi. Così, anche il caffè, il cioccolato e il the verde. Cautela verso i cibi piccanti.

 Come spiega il dottor Soncini “Il nostro dopo cena potrà essere premiato con una coppa di gelato o con una granita, ricordandosi di non coricarsi troppo presto e non adagiarsi subito sul divano, consigli questi che valgono non solo d’estate e che dovrebbero portarci ad evitare uno stato di sovrappeso o di chiara obesità che sono condizioni favorenti e aggravanti del reflusso gastroesofageo”. Siete diretti verso mete esotiche? “Munitevi dei farmaci già in uso senza interrompere la terapia. In caso di una assenza di disturbi il farmaco potrà essere assunto solo al bisogno e nel caso degli inibitori della pompa protonica, di norma al mattino, almeno 20 minuti prima della colazione.

Quando fanno capolino i sintomi tipici – senza segnali di allarme come vomito, disfagia perdita di peso inspiegato, disfagia, anemia o presenza di un sanguinamento gastrointestinale – per chi ha un’età inferiore a 55 anni, si potrebbe indagare un’eventuale stato d’infezione di helicobacter pylori e procedere con un trattamento medico a base di inibitori della pompa protonica per 4 settimane. Lo scarso controllo dei sintomi o il persistere della sintomatologia – spiega ancora il medico Aigo – rende opportuna invece una EGDS, (esofagogastroduodenoscopia) che viene sempre consigliata in caso di età maggiore ai 55 anni. In questi casi lo specialista gastroenterologo può intervenire in supporto al medico di medicina generale, per completare il percorso diagnostico-terapeutico nelle modalità e nei tempi più appropriati”.

Parola d’ordine: prevenzione, curando la propria alimentazione, ogni giorno e anche durante le sospirate vacanze, accompagnata dalla limitazione dell’assunzione di alcolici e del fumo e da una regolare attività fisica

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