Sempre di più si parla di malattie neurodegenerative.

Patologie che colpiscono prevalentemente, ma non solo, la popolazione della terza e della quarta età, ma che ha una particolare incidenza anche in funzione di una serie di fattori genetici e anche epigenetici. Tra queste, la demenza, come dichiara l’OMS, interessa 55 milioni di persone, diventando una priorità di salute pubblica.

La malattia di Alzheimer che rappresenta il 60% di tutte le demenze, colpisce prevalentemente il sesso femminile. Dati alla mano, i 2/3 della popolazione colpita da questa patologia è rappresentato da donne. Un morbo, sempre più diffuso e che si manifesta sempre più precocemente.

Il dott. Fausto Fantò, già Direttore della Struttura Complessa di Geriatria e Responsabile del Centro dei Disturbi Cognitivi e Demenze (C.D.C.D.) dell’AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano, autore del libro “L’Alzheimer è donna”, (Voglino Editrice)presenta un viaggio attraverso una malattia al femminile.

Con la prefazione di Gabriele Beccaria, il testo indaga nelle pieghe di una malattia che genera dubbi, paure, incertezze offrendo un importante contributo e un supporto a coloro che, quotidianamente, si trovano ad affrontare la malattia, come familiari o caregiver professionisti.

Proprio a questi angeli custodi è rivolto il libro, ricco di spunti e di approfondimenti utili nella gestione del malato da demenza.

In pochi sanno che l’Alzheimer “predilige il rosa”: la prevalenza dell’AD è due volte maggiore nel sesso femminile rispetto al sesso maschile, indipendentemente dall’età e dall’aspettativa di vita, e la mortalità è circa tre volte più elevata rispetto agli uomini. Inoltre le manifestazioni della malattia e la sua velocità di sviluppo sono diverse e più pesanti per il sesso femminile . Anche se l’invecchiamento rappresenta il “fattore di rischio” più importante, ci sono secondo recenti studi, altri fattori e/o condizioni che contribuiscono al differente sviluppo dell’AD nei due sessi. Ad esempio, la menopausa, i disturbi affettivi, come la depressione che ha una maggiore prevalenza nel sesso femminile, l’ansia, i disturbi del sonno e, in particolare, l’insonnia,  un altro tra i fattori di rischio per lo sviluppo della malattia di Alzheimer. Senza dimenticare le malattie della tiroide, più frequenti nelle donne: in particolare l’ipotiroidismo è un fattore di rischio per la malattia di Alzheimer.

L’Alzheimer è un esempio di malattia di genere che il Geriatra Fantò, ha indagato per ben trent’anni anche in qualità di responsabile dell’Unità Alzheimer dell’ospedale di Orbassano. La prevenzione è sempre un’arma che vale la pena sfoderare e, in caso di diagnosi, anche la valutazione della giusta terapia, farmacologica e non.

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