Alle donne non serve la Boldrini

E basta, per pietà! È Laura Boldrini ad aver bisogno delle donne o sono le donne ad aver bisogno di lei? Perché l’immaginifica Presidenta vuole essere ricordata per forza? Per quale motivo non si limita ad eseguire formalmente ed istituzionalmente il compito per cui si trova dov’è? Perché si ostina a volere che il suo nome sia legato alla storia come novella paladina del neofemminismo, come femmina tra le femmine, come femmina delle femmine? Non le bastava vedere avviato un processo di santificazione a suo nome, avviato da Monsignor Galantino, per aver improvvisamente abbracciato la sua battaglia e la visione […]

  

Quante belle destre a madama Italì

La destra è in ca(m)mino. Tre giorni orsono, tra morsi e sguardi tesi, si chiudeva la parentesi della Fondazione AN, mentre Berlusconi si reinventa, Salvini affonda i canini e Verdini va con Renzi. Si chiude una parentesi e se ne aprono centinaia. Continuamente si ridisegna la strada che ridefinisce chi è l’uomo di destra e che cos’è la destra all’alba della scoperta dell’acqua su Marte. Quella dal passato immenso, capace di tagliare le epoche, e dal futuro che terrorizza. Il presente a destra sembra un tempo dimenticato, mai adatto ad un’area costantemente in crisi di panico, in fibrillazione. Ecco una […]

  

Quei colonnelli che non saranno mai generali

Forse, questa volta, è stata tolta la plastica dal divano. Avete presente quella sottile patina triste, brutale ed impolverata che ogni zia tirchia e cagacavolo teneva sui divani per proteggerli dall’incombente usura del tempo e del deretano? Quel palliativo vecchio, muffoso e stantio che ricopriva l’elegante sofà, lo soffocava e, di certo, non lo proteggeva dal tempo che passa, dalla fine dei suoi giorni. Ecco, forse quella patina plastificata è stata tolta dal divano. Intanto è ufficiale: Gianfranco Fini sarà sindaco di Montecarlo. Svincolato da tutto, potrà dedicarsi al ruolo derivante dalla solenne investitura. Fini è finito e con lui […]

  

Senza lavoro? Senza Stato? Erba libera!

I virtuosismi, la modernità attecchiscono solo in sistemi funzionanti, efficienti, in contesti statali completi. Altrimenti non attaccano radici, non crescono alberi forti ma solo erba, spontanea. Ragazzi tranquilli: il vostro Paese vi ha a cuore: da oggi fatt(on)i, non promesse! Ma che palle questa sinistra, ora in versione intergruppo, un po’ sessantottarda, un po’ fricchettona, un po’ progressista, un po’ regressista. Tanto neomoralista. Giustappunto, erba ricreativa. No, non è il nome di un programma governativo pensato per i giovanotti e le giovanotte di casa nostra (visto, non serve il linguaggio di genere, come vuole la Boldrini, basta citare entrambi i sessi) […]

  

Lancio della monnezza, Sollevamento immigrati. Le nuove discipline di Roma 2024

La Gazzetta, tutta bella rosa, sul suo sito: “È arrivata anche sul web la candidatura ufficiale di Roma 2024 per le future Olimpiadi e Paralimpiadi. www.2024roma.org, in una sua prima versione teaser in italiano ed in inglese, apre con un primo assaggio di contenuti che saranno svelati nelle prossime settimane e che daranno corpo al sogno italiano di portare a Roma il più grande evento sportivo globale”. Le Olimpiadi di Roma 2024, ve le ricordate? “Populus duas tantum res anxius optat, panem et circenses”. Il Popolo desidera ansiosamente solo due cose, il pane ed i giochi circensi. C’aveva visto lungo Giovenale […]

  

Da Pansa a Ferretti: i condannati a morte dalla sinistra

(leggi su IlGiornaleOff) – Niente da fare. La maturazione espressiva ed umana non piace proprio a tutti. Che passi per i contenuti o per i luoghi in cui prende vita. Quasi al tramonto del 2015, ubriaca di deliri da modernità e progresso, illuminata da una gentile aurea dorata di accoglienza e solidarietà, la sinistra nostrana, in versione radical – non necessariamente chic – , nonostante tutto, aborre chi l’abbandona. L’espressione, la ricerca, la dedica artistica e culturale è mera prerogativa dei suoi lidi o non è. Ne sa bene qualcosa Giovanni Lindo Ferretti, passato dal bandierone rosso dei CCCP e […]

  

Onore all’avversario Ingrao

È quando si spengono gli uomini che si accende la storia. Seppure fosse il faro dell’altro lato del mondo, rispetto a quella che io vivo come casa, come via, è impossibile non rendersi conto che la dipartita di Pietro Ingrao lascia riflettere anche noi che siamo al di qua di qualcosa che è all’al di là tra quella che un tempo era sinistra e destra. Finché qualcuno non lascia questo mondo, non misuri mai al centimetro il divario, l’assenza. Percepisci il passato divenire di colpo presente ed il presente traspone nel futuro. E se sarà questo presente italiano a costituire […]

  

Saviano, uno con plagi e difetti

Ma povero Roberto (in foto da Dagospia mentre esercita il suo poter intellettuale), dai! In fondo è un essere umano, un ragazzo normale, uno con plagi e difetti, (non) come tutti. Se poi a sputtanarlo è la bestia, stiamo a posto. Sì, perché secondo l’autorevole The Daily Beast statunitense, il polimorfo scrittore di casa nostra avrebbe spudoratamente copiato dei pezzi di giornalisti americani e messicani, senza la cortesia di citare la fonte, inseriti poi in “ZeroZeroZero”, ultima fatica dello scrittore partenopeo uscita solo a Luglio negli States. “Saviano non ha solo scritto un libro brutto. Ha scritto un libro incredibilmente disonesto. ZeroZeroZero […]

  

Un popolo su chiamata unito dallo sport e dall’odio

Premesso che anche a me piace molto il 1942. In quell’anno di grazia la Roma vinse il primo scudetto della sua storia e siccome da queste parti, c’è da dirlo, quantomeno per onestà, non si portano a casa molti tricolori, ognuno dei tre conquistati è monumento alla fede, figuriamoci il primo. A parte questo, però, non credo mi sarebbe piaciuto più di tanto nascere o già essere grandicello nel ’42. Troppa tensione emotiva, i raid aerei, la terra da lavorare con le mani, i fratelli da crescere. Il lutto facile. Non mi piacerebbe, in fondo, neanche fare il viaggiatore del […]

  

Centenario Almirante: quando arrivano i nostri?

Senza il ricorso ad inutili pipponi retorici. Senza sciorinare l’intero ricettario per la cura di un’area, di un’idea e di una struttura politica ed umana. Ieri c’ero. Ero lì. In terza fila di retroguardia ad assistere all’amore e al livore. Cento anni fa nasceva Giorgio Almirante, serata conclusiva, quello a cui potevi dare la mano senza rischiare di sporcartela, parafrasando Montanelli. Il peso della narrazione è incalcolabile, in questo caso; quello della cronaca, inutile. Così scrivo di getto. La chiusura di un corteggio tribale che si rinnova nell’appuntamento con la tradizione. L’unico modo di porla in essere nel 2015, dalle nostre […]

  

Il blog di Emanuele Ricucci © 2024
jQuery(document).ready(function(){ Cufon.replace('h2', { fontFamily: 'Knema' }); }); */ ?>