[photopress:tour_1.jpg,full,centered]Il  brutto è che ormai non si riesce piu a godere di nulla. Tizio scatta in salita e stacca tutti ? Caio rifila un paio di minuti  nella cronometro al secondo in classifica? Sì, bello ma sperando sempre che sia tutto vero. Anche Bulbarelli e Cassani si son fatti più prudenti nel raccontare le <epiche> imprese di giornata. Troppe volte il ciclismo ha pagato dazio al doping. Un vero cancro del gruppo che però ha le sue metastasi anche tra qualche medico e preparatore senza scrupoli.  Nel tour di quest’anno non ci sono stati casi di doping.  Evviva verrebbe da dire. O forse no. Da anni c’è un testa a testa frenetico tra chi fa il furbo e chi deve controllare e sinceramente non si riesce bene a capire chi è in <fuga>. é notizia di questi giorni che alla Grande Boucle potrebbero essere stati utilizzati due nuovi tipi di prodotti non ancora sul mercato. L’allarme è stato lanciato da Pierre Bordry, direttore dell’agenzia francese della lotta al doping (Afld).  In un’intervista al quotidiano transalpino <Le Monde>, Bordry si è detto «convinto che due nuovi prodotti sono stati utilizzati durante il Tour, due farmaci che non sono ancora sul mercato. Mi ha impressionato la magrezza di alcuni corridori».  Sempre secondo il responsabile dell’Afld, nell’edizione del 2009  sarebbero state praticate trasfusioni. E ancora: «Abbiamo trovato diversi farmaci pesanti, compresa una sostanza che produce insulina e  che normalmente viene somministrata ai diabetici». Che dire. Che sembra una storia purtroppo senza fine e a cui si fatica a trovare un rimedio vero.  Punire chi si dopa con due o tre anni di sospensione è sacrosanto ma forse non basta. Se si parte dal presupposto poco romantico che il ciclismo per i corridori è un mestiere che permette loro di vivere e in qualche caso anche di diventar ricchi, credo che lo spauracchio della radiazione in caso di positività possa avere qualche effetto in più. Restare senza lavoro non fa piacere a nessuno…e magari funziona