[photopress:danubio4_045.jpg,thumb,alignleft][photopress:danubio4_055.jpg,thumb,alignleft][photopress:danubio4_059.jpg,thumb,alignleft][photopress:danubio4_073.jpg,thumb,alignleft]La cosa che ti stupisce pedalando sul Danubio è di quanti ciclisti incontri. Atleti, gente tosta, ma anche dilettanti allo sbaraglio: dalle signore col cappellino, ai signori robusti che carburano a mezze pinte, ai nonni che in comitiva trovano il modo per divertirsi e tenersi ancora in forma. Ti stupisce che siano tutti qui. Ti stupisce che sulla bicicletta la gente che vive sul Danubio abbia costruito un business. Almeno una decina di agenzie di viaggio che ti offrono pacchetti tutto compreso: dalla bicicletta a noleggio, al trasporto dei bagagli che ti anticipano nell’hotel della tappa successiva, ai meccanici convenzionati per le riparazioni, alle guide che se vuoi si offrono a risolverti anche i più poiccoli problemi. Con le bici, e i turisti che vanno in bici, lavorano i traghetti, i treni e i bus che fanno da navetta dove le strade diventano meno adatte a chi non ha gambe, cioè a chi in bici ci va solo in qualche occasione. Attorno ai moli che da Passau vanno a Vienna c’è un via vai inimmaginabile di attività che si legano alle due ruote. Dagli hotel, ai gasthofe, alle pensioncina più sperduta ai bar e ai ristoranti hanno tutti esposto in bella mostra all’ingresso il simbolino giallo della bicicletta che significa <benvenuto ai ciclisti> con tutta una serie di piccole attenzioni che dopo una pedalata di 40, 60 o 100 chilometri fanno davvero la differenza. Ti stupisci di tutto ciò e ti chiedi perche non possa essere possibile anche in Italia, che ne so magari in nel parco d’Abruzzo o in quello delle Foreste Casentinesi o sul litorale romagnolo…La risposta arriva nel giro di 15 secondi ed è di una banalità sconcertante. Da noi tutto ciò è fanrascienza solo perchè non esite uno straccio di pista ciclabile. Ed è un peccato. Perche il turismo non è solo spiaggia, lettino e ombrellone….