Dopo otto giorni di vacanza a pedalare sulle rive dell’Altmuhl, un bel fiume della Baviera che alla fine arriva al Danubio, ritorno al Giornale il giorno dopo la batosta della finale europea. E mi colpiscono i titoli delle cronache di Milano e Roma che parlano di incidenti nelle piazze, della caccia agli spagnoli, e di un giovane madrileno ferito al volto in piazza Duomo. E allora mi torna il mente la semifinale con la Germania, giovedì scorso. Io ero in un paesino appena dopo Eichstatt: campagne, mucche. mietitrebbie, agricoltori e  un paio di gasthof. Tutt’intorno un fiume in piena di tedeschi con le bandierine sulle auto, sulle bici, sui trattori, con le facce dipinte, con le maglie di Ozil, Gomez  e Podolsky. Tutti convinti di farci a pezzettini, tutti in attesa di sbrigare una formalità verso la finale, tutti in attesa di festeggiare. E andata come è andata e per loro è andata come peggio non poteva. Ma è finita come deve sempre finire un festa di sport. E cioè tutti iniseme in una stalla allestita a Olympia-stadium a bere birra e a mangiar salsicce. Alla faccia di quei pochi idioti che credono che la finale di un europeo sia la batttaglia della vita…