Boston, la sicurezza della maratona e le cose da non dire
Ci sono cose si possono dire e cose che invece non si possono dire. Anzi, non si devono dire soprattutto quando si ricoprono incarichi di un certo tipo. E ciò che ha detto oggi Michael ÒNeil, presidente di Msa, società internazionale specializzata nella sicurezza, e capo della divisione anti-terrorismo della polizia di New York dal 2002 al 2007 era meglio tacerlo: “Non c’è modo di controllare al cento per cento una mararatona – ha detto al New York Times- Occorre creare una situazione nella quale per i terroristi sia difficile realizzare un attacco ma è una sfida enorme. E’ praticamente impossibile riuscire a garantire una protezione globale dall’inizio alla fine della corsa. Si possono controllare con cani e tecnologie i tratti più decisivi, come partenza e arrivo, ma appare difficile poter effettuare controlli continui lungo tutto il percorso”. Credo che ciò che ha detto O’Neil sia assolutamente vero, ma credo anche che non serva essere esperti di anti terrorismo per rendersene conto, basta un po’ di buonsenso: impossibile blindare 42 chilometri di gara in una città. Ma a che serviva dirlo? Assolutamente a nulla, quindi era meglio tacere…