Non sono mai stato tifoso di Marco Pantani. Ma è stato un grande, non si discute. Un campione che ha vinto con merito il Tour del 1998. E anche di questo non si dovrebbe discutere, come secondo me non andavano discusse le vittorie di Lance Armstrong. Se c’era qualcosa che non andava (e c’era…) bisognava essere capaci o avere il coraggio di dirlo subito. Chi sapeva, e molti sapevano, dovevano parlare allora, un po’ come succede nei matrimoni quando chi celebra invita i presenti a dire cio’ che va detto, adesso o mai piu’. Vent’anni dopo mi chiedo a cosa serva. Però ieri il quotidiano francese Le Monde ha anticipato i risultati di un’indagine del Senato francese (che evidentemente non ha cose più importanti su cui indagare) in cui Marco Pantani, il tedesco Jan Ullrich e lo statunitense Bobby Julich, primi tre classificati nel Tour de France 1998, avrebbero fatto uso di Epo. A dirlo è il rapporto della commissione che cita i risultati di test retroattivi svolti nel 2004. Nell’elenco figurerebbero anche il tedesco Erik Zabel, miglior sprinter ai Tour del 1998 e del 1999 e, tra i corridori francesi, oltre a Laurent Jalabert, anche Jacky Durand e Laurent Desbiens. Notare bene che questi risultati “sconvolgenti” riguardano analisi compiute nel 2004 nei laboratori di Chatenay-Malabry su campioni di sangue prelevati nel 1998. Ora mi chiedo e mi piacerebbe sapere quanto costa un’indagine del genere, quanti esperti ci hanno lavorato, quante energie e quanto tempo ci hanno speso, quanto avrebbero invece potuto dedicarne alla corsa di quest’anno per sgombrare dai sospetti il trionfo di Chris Froome. E mi faccio le stesse domande per la mega inchiesta fatta su Armstrong dieci anni dopo le sue vittorie. Quella delle indagini a ritroso mi sembra davvero tutta una farsa che non porta da nessuna parte. Se non a demolire la poca credibilità di uno sport che già ci mette molto del suo per farsi del male. D’ora in poi si vince fino a prova contraria. Tutti avvisati e sotto a chi tocca…