Leggo i giornali sportivi di questa mattina saltando le prime trenta pagine che parlano di calcio estivo, mercato dei calciatori ed altre inutilità. Il doping riguarda solo il ciclismo. E riguarda la zelantissima indagine del Senato francese che ha scoperto che nel tour del 1998 i dopati erano una trentina. Applausi. Peccato che forse erano molti di piu’ e peccato che i grandi detective francesi siano venuti a capo della matassa una ventina di anni dopo. Meglio tardi che mai? In questo caso mi sembra proprio di no. Intanto perché non mi è chiaro come mai tutti questi dossier riguardino sempre e solo il ciclismo e mai altri sport a cominciare dal calcio dove evidentemente sono tutti mammolette. È poi perché adesso, dopo questa solerte indagine a ritroso dei solerti cugini francesi, abbiamo finalmente scoperto che nei meravigliosi Anni Novanta, l’epo sulle ammiraglie scorreva a fiumi. Ma va? Non lo sapeva nessuno. Ma c’è un ma. Le vittorie ( giustamente) restano. Per una logica considerazione: se tutti si dopavano quelli che hanno vinto erano i più forti tra i dopati. Andavano squalificati se pizzicati in flagrante, vent’anni dopo non ha senso. Altrimenti non escludo che i francesi vadano a ripescare anche le provette di Coppi e Bartali, non si sa mai…Però allora c’è una cosa che non capisco e che mi sfugge. Come mai l’unico a cui hanno tolto le sette corone del Tour e’ stato Lance Armstrong? Come mai il texano per i francesi e’ il più dopato di tutti i dopati? Come mai quando era in attività gli sono stati fatti più di 500 controlli a sorpresa e non lo hanno mai trovato positivo? Non è che c’era qualcuno tra i grandi dirigenti del ciclismo che conta che magari lo avvisava? È come mai in tutto questo intrecciarsi di indagini e dossier gli unici nomi che saltano fuori sono solo e sempre quelli dei ciclisti?