C’è inverno e inverno. E in Liguria l’inverno e’ sempre meno inverno che dalle altri parti. Il tre di gennaio, anche se il cielo e’ nuvolo e ha appena smesso di piovere, ad Alassio dodici gradi non si negano a nessuno. È così capisci come mai buona parte del popolo dei ciclisti viene a svernare qui. Non servono neppure i pantaloni lunghi per pedalare. Cinquanta chilometri da Alassio ad Alassio passando per Laigueglia, Andora e poi dentro fino a Testico per poi tornare giù a capofitto dalla stazione di Alassio. Un viavai di ciclisti che sembra di essere a una granfondo anche se poi a farti venire la pelle d’oca sono i silenzi, i colori e i profumi di legna che brucia dell’entroterra ligure. Un mondo lontano, lontanissimo dagli stabilimenti balneari, dai negozi e dalle passeggiate sul lungomare. Sette chilometri il “testico”. Sette chilometri che ti portano a 500 metri sul livello del mare senza pendenze da infarto. Però salita. Che in alcuni tratti ti presenta il conto soprattutto nei primi giorni di gennaio quando la tua bici per troppi giorni ha riposato in box. Sette chilometri che non finiscono mai perchè da Andora si sale, si risale e si continua sempre a salire. Una “ascesa costante senza segni di apparente civiltà” racconta Andrea De Luca, inviato Rai che pedala al tuo fianco e ad un certo punt, forse anche per ingannare la fatica, improvvisa un mini telecronaca. Con tanto di immagini e ripresa video. Finisce con una picchiata su Alassio, con il mare laggiù che si mischia con il cielo nuvolo e con qualche brivido di freddo perchè a 50 all’ora dopo aver sudato sette camicie in salita un po’ si soffre anche qui. Ma sono davvero dettagli. Torni in albergo accendi un Tg e scopri che mezza Italia è sommersa dalla neve. Ma quando arriva l’estate?