“Sì, mi piacerebbe correre a Boston. E’la maratona più antica ed anche la più affascinante. Da gennaio comincerò a pensarci…». L’anno scorso quando avevo intervistato Danilo Goffi, fresco eroe italiano della New York City Marathon,si capiva lontano un miglio che ci stava prendendo gusto. E la nostra chiacchierata era proprio finita così, lasciando in sospeso un sogno che era però già chiaramente un obbiettivo dichiarato. Così dopo averci pensato un po’ Goffi ha ufficializzato ciò che tanti si aspettavano o forse già sapevano. Ad aprile sarà al via della maratona di Boston, la più antica dell’era moderna, la più affascinante e, con la sua collina spacca cuore, forse anche la più dura. Visto ciò che da due anni e’ capace di fare a New York c’è da scommetterci che il carabiniere di Nerviano non andrà dall’altra parte dell’Oceano a farsi una gita turistica. E’ la sua seconda vita agonistica che a quasi 43 anni lo scorso anno gli ha permesso di togliersi lo sfizio di essere il primo italiano sul traguardo di Central Park, quindicesimo assoluto, primo della categoria master e primo tra gli atleti europei. Non male, anzi benissimo se si considera che l’azzurro ormai non fa più l’atleta a tempo pieno ma il militare dell’Arma. Sposato, con un figlio di sette anni, Goffi ha scritto pagine importanti nell’atletica italiana prima con l’ Atletica Riccardi e poi con il gruppo sportivo Carabinieri. Campione europeo di maratona a squadre nell’98 a Budapest, nono nel 96 alle olimpiadi di Atalanta, vincitore della maratone di Venezia ( 1995) e Torino (2005) l’azzurro ha corso da professionista praticamente fino a quattro anni fa. Poi sono arrivati i turni e il lavoro in caserma. Ma la maratona e’ un brutto virus da debellare. Così ha continuato a far fatica, ad allenarsi ma soprattutto a far vita da atleta moltiplicando i sacrifici perché ora c’è la vita normale di tutti i giorni con cui fare i conti. Ma è la passione che fa la differenza. Passione e tenacia che mettono le ali ai piedi e che, anche se il tempo passa, ti permettono di continuare a pensare in grande. Così Goffi c’è. C’è sempre. C’era a New York, dove ha scritto una pagina importante della maratona azzurra, c’era poche settimane fa alla Mezza delle due Perle e c’era domenica scorsa alla maratona delle Terre Verdiane in una marcia di avvicinamento alla nuova sfida americana. Goffi c’è sempre e pensa a Boston per correre ancora una volta la’ davanti. Per correre con i migliori. Per ritagliarsi un altro pezzo del suo sogno…