Qualche settimana fa le bici sono tornate al Vigorelli.  Bici da ciclocross, non quelle da pista che su quell’anello hanno scritto la storia. Ma è meglio di nulla. Meglio delle piste da sci artificiali, delle kermesse dove si sceglie il cane più bello, di improbabili raduni che in questi anni hanno fatto del Vigorelli ciò che non si può pensare.  È la prima volta dal 2001 che le bici tornavano in gara  nell’«anello magico» del velodromo più famoso del mondo. E questo dopo 14 anni dall’ultima  gara  nel leggendario velodromo milanese che ha al suo attivo il massimo numero di record mondiali dagli ani ’30 alla sua  chiusura nel 2001. La «pista magica», questo il suo soprannome nel mondo  del ciclismo per l’inarrivabile scorrevolezza del suo fondo in legno, ha riaperto solo per un giorno in attesa della riapertura definitiva dopo i lavori di ristrutturazione, previsti per ottobre. Ha riaperto alle bici per un gara di cross  con ostacoli artificiali e un passaggio simbolico di pochi metri sull’abete rosso della Val di Fiemme della pista.  La giornata era stata organizzata dal gruppo di volontari che da anni si batte per la riapertura dello storico velodromo, il Comitato Velodromo Vigorelli «Una  riapertura di altissimo valore simbolico -dicono al Comitato- perché per la  prima volta dopo 14 anni, e dopo aver sventato il cambiamento della  destinazione d’uso, il Vigorelli ospita nuovamente le ruote delle bici e torna al  suo ruolo, quello di casa del ciclismo». Ottobre è qui, subito dopo l’estate. Vedremo i lavori e vedremo cosa succederà. Vedremo se sarà l’ennesimo rinvio, l’ennesimo proclama. Tanto il Vigorelli è li col suo mito e la sua storia. E non si muove…