Sir_Bradley_Wiggin_3331861b-kRPH-U10505378570932ED-700x394@LaStampa.itChi ha scommesso dieci sterline ne ha vinta una.  Si sapeva insomma. Erano convinti tutti che Bradley Wiggins avrebbe firmato il nuovo record dell’ora. E infatti l’ha firmato: 54.526 chilometri in un’ora, 218 giri del velodromo olimpico di Londra e neppure pedalando tanto vicino alla linea nera del giro più stretto ed efficace che si può. Il baronetto di Sua Maestà  ha frantumato il record precedente stabilito solo 37 giorni fa dal suo connazionale Alex Dowsett  che si era fermato a 52,937 chilometri l’ora.  Wiggins chiude in bellezza. Più o meno. Qualcosa farà ma perl’ex vincitore del Tour de France questa è la ciliegina sulla torta di una carriera di primssimo piano. Da campione anche se non da campionissimo. Però un segno lo lascia. Ed è un segno importante soprattutto per un inglese che ha riportato un’isola a fare il tifo per le due ruote. E infatti stasera il velodrome londinese era zeppo: settemila tifosi scatenati sugli spalti del Lee Valley VeloPark. Tutti vestiti di blu e di rosso come lui. Tutti con i cappellini blu e rossi e con i cartelli prestampati a fare il tifo per “Brad”. Tutti in attesa di applaudire l’impresa che sembrava già scritta.  Un record annnunciato e preparato nei dettagli come è giusto che sia. Wiggo voleva 30 gradi centigradi all’interno del velodromo e così, per non perdere la temperatura, i tifosi sono stati fatti entrare poco alla volta , a scaglioni.  Per essere più aerodinamico si era anche tagliato la barba e i peli delle braccia. Per essere più trendy, come ci ha sempre abituato, si è concesso un paio di scarpette d’oro che facevano pendant con il casco a goccia. Il resto è tecnica pura con un  59×14 spinto con la naturalezza e l’eleganza di chi sa come si fa a volare. Partenza veloce con 105 pedalate al minuto. Poi forse un po’ di stanchezza e l’umidità del velodromo lo fanno rallentre. Allora vince, ma non stravince, perchè se il record di Dowsett forse non era neppure un problema, Wiggins voleva stupire. Cercava il colpo di teatro, cercava di agganciare un altro record, quello di 56.375 chilometri orari realizzato nel 1996 da Chris Boardman con quella bici che sembrava una lavatrice.  Non ce l’ha fatta, sfumato. E un po’ gli rode anche se non lo dà a vedere: “Sono felice di esserci riuscito – dice al traguardo ai colleghi inglesi- È come aspettare un bambino, una tortura perchè si contano i minuti che mancano. Mi sono sempre messo a confronto con i più grandi e sono orgoglioso adesso di essere in questa ristretta cerchia di campionissimi. Solo per provarci, a battere il record dell’Ora, ci vuole coraggio. È davvero dura».  Bradley Wiggins entra nel gotha dei grandi signori dell’Ora come Coppi, Anquetil, Merckx, Moser. Entra tra i grandi di uno sport con un record che non poteva non fare. Così dicevano tutti. E così era scritto. Anche se poi alla fine tocca pedalare…

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