resOnore a Steven Kruijswijk, l’olandese della Lotto che, dopo la 18ma tappa del  Giro d’Italia, da Muggiò a Pinerolo, resta in  rosa  con 3’ di vantaggio sul colombiano Esteban Chaves e 3’23« sullo spagnolo Alejandro Valverde e 4’43” sul nostro Vincenzo Nibali.  “L’olandesone”, come lo chiamano i telecronisti Rai perchè come tutti non sanno come si pronuncia, se continua a pedalare così potrebbe anche vincere il Giro. Onore quindi. Ma basta guardare la faccia di Eddy Merckx quando Alessandra De Stefano gli chiede di commentare l’impresa per rendersi conto che Kruijswijk, qualsiasi cosa combini nei prossimi tre giorni, non è una maglia rosa che passerà alla storia. Più una maglia “rosina”. “E’ una sorpresa perchè non è più giovane e fino ad adesso è andato forte- ha detto il cannibale- Finora si è piazzato in qualche corsa a tappe e per ora è il migliore ma non è detto che vinca domani e sabato può restare solo e Chaves lo può attaccare…”. Fine. Ma più che le parole vale la faccia di uno che fosse stato oggi sul rettileneo di Pinerolo al posto di Moreno Moser, Brambilla e Trentin se li sarebbe cucinati arrosto. Altro che farsi rimontare.  Kruijswijk  al comando del Giro è un’onesta e meritata  maglia rosa che però esprime i valori di un Giro fino ad oggi abbastanza modesti. Più maglia “rosina” che rosa.  Basta ascoltare Eddy Merckx. Ma soprattutto basta guardarlo in faccia…