van«Pane, salame e pedalare, questo qui è uno che va lontano…»,  Ernesto  Colnago  capisce al volo quando la stoffa è buona. E un paio di anni fa a Cambiago, festeggiando il fresco mondiale di ciclocross che Wout Van Aert aveva vinto a Zolder con la sua bici e i suoi colori lo battezzò all’istante.  Poi di campionati del mondo ne sono arrivati altri due senza contare i titoli nazionali e le vittorie nel superprestige. Dalle sue parti nelle Fiandre, dove la bici è più sport nazionale del calcio, è gloria nazionale e lo fermano per strada: «Sì, da quando ho vinto il titolo mondiale.- raccontava allora visitando le officine dell’Ernesto- la vita mi è cambiata parecchio. Mi fermano per chiedermi foto e autografi. Faccio fatica anche a far la spesa al supermercato…». Figurarsi adesso. Ventitrè anni che sembrano almeno quattro in meno , mani grandi da ciclista e faccia da idolo delle teenager, il ragazzone belga ha tutto per essere un predestinato. Pochi giorni fa è salito sul podio delle Strade Bianche mettendosi dietro i professionisti della strada. Un’altra razza…  Terzo ma primo per come è andata. E’ svenuto a terra sfinito dopo l’arrivo ma era già caduto, stremato, sull’ultimo strappo prima di Pazza del Campo. Però si era rialzato e traballante si era rimesso in sella. Terzo ma eroico, come Eroica è un po’ questa gara,  ha rubato la scena  a tutti. Certo, le Strade Bianche sono una corsa dove le strade asfaltate bisogna andarsele a cercare, sono una classica del Nord che si corre tra le colline della Toscana che sanno essere più dure di ciò che sembrano. E se poi, come è successo, piove e fa freddo la polvere degli sterrati diventa un fango pesante e che ti si appiccica addosso irrigidisce i muscoli e fa diventare tutte le facce uguali,  opere d’arte scolpite nella fatica. Van Aert  lì ci sguazza  e senza pensarci troppo ha fatto ciò che fa di solito quando corre tra i “suoi”,  si è messo davanti ed è partito in fuga. C’era il cuore, c’erano le gambe, c’è il talento. Che non  è una novità perchè il ragazzino ha già vinto tantissimo e muove sponsor che nulla hanno da invidiare ai big della strada.  Le Strade Bianche hanno portato alla ribalta un campione che viene dal fango e che potrebbe seguire la scia di chi dal fango c’è già passato come Roger de Vlaminck o, più di recente, come Peter Sagan. Basta aspettarlo, magari già al Giro delle Fiandre o alla Parigi-Roubaix.