Parli con chi ci ha gareggiato, con chi qui corre, nuota, voga o si allena, parli con chiunque faccia sport e ti rendi conto che un impianto sportivo open air come l’Idroscalo in altre città, in altri Paesi, se lo sognano. Soprattutto chi su questa ex pista per gli idrovolanti fatta costruire da Mussolini non c’è mai stato. L’idroscalo è un’oasi inaspettata a dieci minuti dal caos milanese, una struttura multifunzionale che sarebbe già quasi pronta per diventare, come ha annunciato più volte negli anni passati il presidente del Coni Giovanni Malagò, un centro olimpico. Invece così purtroppo non è stato tra alterne vicende, responsabilità non sempre chiare e competenze confuse. Negli anni passati un lento degrado con poche gare, rari eventi, poca gente e una manutenzione che lasciava un po’ (tanto) a desiderare e che avevano portato questo “gioiello”  su cui cui tanto avevano puntato l’allora presidente della Provincia Ombretta Colli e il suo assessore Cesare Cadeo ad una triste decadenza. Ma per fortuna i tempi cambiano. E non sempre in peggio.  Da qualche tempo, con l’ingresso del gruppo Cap, con  il nuovo Cda, con l’ingresso della Regione  l'”Idro”, come lo chiamano a Milano,  sta tornando fortunatamente agli antichi splendori. Una bella sfida che nel presente serve a conservare e a confermare il valore assoluto di un impianto formidabile non solo per lo sport ma che, nella prospettiva olimpica di Milano-Cortina, assume un rilievo ancora più importante. Ed allora è emblematico l’inizio dei lavori per la realizzazione della nuova pista di pattinaggio in linea e per lo ski-roller che per la metà di ottobre saranno terminati. Una realizzazione che darà un’opzione in più a chi viene a fare sport da queste parti ma che è stata pensata anche per chi in inverno vorrà fare sci di fondo e che si candida per ospitare gli allenamenti della nazionale azzurra.  C’era una volta il mare dei milanesi  che si prepara anche diventare la montagna dei milanesi. Si torna grandi anche così.