Tre maratone al giorno per 43 giorni correndo dalle sei del mattino a mezzanotte su un anello di un chilometro per arrivare alla fine a vincere la corsa più lunga del mondo, 3100 miglia, che dalle nostre parti fanno 4mila e 988 chilometri, non un metro in meno. Andrea Marcato, 38 anni, veneto originario di Dolo ha vinto in Austria la ventiquattresima edizione della Sri Chinmoy Self-Transcendence, la gara di corsa più lunga che esista. Ha corso e camminato come se non ci fosse un domani ed è il primo italiano a scrivere il suo nome nell’albo d’oro di questa sfida impensabile ideata dall’insegnante spirituale, atleta e musicista di origini indiane Sri Chinmoy e che storicamente si è sempre corsa negli Stati Uniti a New York ma che quest’anno, per questioni legate all’emergenza Covid, è stata organizzata in Austria dentro il Granspitz Park di Salisburgo.  Dietro di lui l’irlandese Nirbhasa Magee e l’austriaco Ushika Muchenhumer staccati  di oltre 200 chilometri, un viaggio. Laureato in lingue all’università di Padova, Marcato è la 49esima persona in grado di arrivare al traguardo di questa sfida. Difficile capire come possa aver fatto a portare a termine un’impresa che ovviamente  va al di là della prestazione sportiva. ” Sono felice e soddisfatto- ha detto alla fine- La pace interiore che ho provato dopo aver corso ultramaratone di dieci giorni mi ha motivato e permesso di arrivare fino in fondo”. Marcato per evitare la disidratazione ha bevuto litri e litri di acqua e cocco e ha seguito una monodieta a base di pane tostato integrale, avocado, formaggio e una pizza al giorno per riuscire ad assumere le 10mila calorie necessarie per  sostenere la giornata di corsa ed evitare problemi di digestione ma, nonostante ciò, alla fine della sfida ha perso quasi 10 chili.  Al traguardo ha consumato 9 paia di scarpe e per calmare il dolore ai piedi li immergeva in un bagno di ghiaccio per 5 minuti ogni giorno. La  Sri Chimnoy nasce nel 1997 come opportunità per superare i propri limiti e raggiungere l’equilibrio interiore: “L’auto-trascendenza è l’unica cosa di cui un essere umano ha bisogno per essere veramente felice- spiega il suo fondatore-  Quindi queste gare aiutano i corridori enormemente, anche se esteriormente attraversano varie difficoltà. Alla fine, quando la gara è finita, sentono di aver realizzato qualcosa di molto significativo”.  Senza dubbio e senza chiedersi perchè.