I Giochi, le vittorie, la coppa Davis vinta in Cile che oggi Raisport ha ritrasmesso in un revival in bianco e nero, le priorità. C’è un senso delle cose che evidentemente assume un valore diverso a seconda delle generazioni. Pochi giorni fa Jannik Sinner  ha vinto il tormeo Atp 500 di Washingto al termine di una finale infinita,contro lo statunitense Mackenzie McDonald. L’altoatesino ovviamente esulta ma c’è chi non dimentica il suo rifiuto di andare a Tokyo con la spedizione azzurra per partecipare al torneo olimpico. E dopo le “bacchettate” di un grande del tennis come Corrado Barazzutti l’altra sera al “circolo degli anelli” sono arrivate anche quelle di chi, vestendo la maglia azzurra, la storia del tennis italiano ( e non solo italiano) l’ha scritta a grandi lettere: “Sono deluso. Sinner avrebbe partecipare a Tokyo, ma nel tennis c’è poca cultura delle Olimpiadi- ha detto Adriano Panatta su Raidue- A 19 anni, se ti chiamano alle Olimpiadi a quell’età ci devi andare a piedi… È inutile essere ipocriti: nel tennis c’è poca cultura delle Olimpiadi. Se chiedi a qualunque tennista se preferisce vincere l’oro olimpico o un torneo del Grande Slam, senza dubbio risponderebbe l’ultima”. Punti di vista. Poi pero vedi scorrere le immagini in bainco e nero di Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli che alzano la Davis a Santiago del Cile e capisci che la storia è quella lì e che Washington ce lo dimenticheremo in fretta…