Le paralimpiadi che partono stasera a Tokyo l’Italia, ma non solo l’Italia, un po’ le ha già vinte. Luca Pancalli, illuminato presidente del Cip, il Comitato italiano paralimpico, nei giorni scorsi ha raccontato questi Giochi come se fossero un grande kolossal,  un tempo supplementare dell’olimpiade appena conclusa che sta attirando l’attenzione degli appassionati di sport, della comunicazione e dei social e che qualche lustro fa non era neppure pensabile potesse accadere. La paralimpiade è diventata a tutti gli effetti un grande evento di sport con le storie degli atleti, le sfide, le vittorie e le sconfitte, con le medaglie conquistate, con quelle sfumate e con i numeri che parlano di una delegazione azzurre tra le più numerose di sempre che è il segno di come lo sport paralimpico non sia più ( o sempre meno) una pratica sporadica.  “Sarà un’Olimpiade  complessa perchè  le difficoltà sono tante- ha spiegato Pancalli–  Lo sono state per gli olimpici figuriamoci per atleti con disabilità anche severe. Considerando anche che, alcuni atleti, per via delle loro patologie, non si sono potuti ancora vaccinare. Da uomo di sport ho percepito questa straordinaria passione condivisa non facendo alcuna distinzione tra mondo olimpico e paralimpico e questa è una rivoluzione culturale che sta contribuendo a cambiare la percezione della disabilità nel nostro Paese e nel mondo”. L’obbiettivo sono ovviamente le medaglie, ma l’obbiettivo è anche cambiare la percezione dello sport paralimpico nella società civile, intercettare tanti altri ragazzi e ragazze disabili che ancora non hanno conosciuto lo sport. E che attraverso i racconti che arriveranno da Tokyo si potranno appassionare alla pratica sportiva.Mi auguro che i Giochi aiutino a diffondere il messaggio che avvicinare i disabili allo sport è un diritto esigibile- ha spiegato Pancalli- Che lo sport per chi ha un handicap  è strumento di inclusione e integrazione, al quale devono corrispondere efficaci politiche attive per aiutare la promozione  sport in tutte le fasce della popolazione, al di là del fatto che si possa arrivare alle Paralimpiadi. E ricordiamo il discorso di Franklin Delano Roosevelt in cui il presidente invitava a trasformare i disabili da assistiti in contribuenti perché così si farà del bene a noi e a loro…»