Più che le mimose, la storia la fanno i gesti di coraggio. Anche nello sport. E per trovare la prima traccia di una donna in una maratona bisogna ricordare Kathrine Switzer che alla fin degli Anni 60 cambiò la narrazione della sfida più affascinante e iconica che esista e che allora era vietata alle donne. Non potevano correrla perchè si temeva fosse dannosa per la loro fertilità, perchè non era un’attività da signore e non era un bello spettacolo vedere una donna impegnata in una maratona. Ovviamente pretesti ma ciò accadeva sessant’anni fa, non nella preistoria. Serviva un gesto eclatante per cambiare il corso delle cose e  lei  con il suo coraggio e la sua tenacia fece una piccola rivoluzione correndo per prima  una maratona ufficiale seppure travestita da uomo.  Dieci, venti, trenta chilometri fino a che, ad un paio di miglia dal traguardo un fotografo che era sul bus della stampa si accorse dell’inganno e  Jock Semple, che oltre ad essere un uomo dal carattere esuberante e rissoso era da sempre l’organizzatore della maratona di Boston,  saltò giù dal pulmann  e cercò di fermarla. La afferrò e provò a strapparle il pettorale  ma  inutilmente perchè la Switzer , il suo l’allenatore e il fidanzato che stavano correndo con lei glielo impedirono permettendole di mischiarsi nel gruppo e di arrivare al traguardo.  Finì in  4 ore e 20 minuti e  la storia di quella prima donna maratoneta fece il giro del mondo.  Katherine Switzer diventò a tutti gli effetti la prima donna ad aver partecipato ad una maratona, la prima ad avere sfidato e battuto le convenzioni e un divieto assurdo e senza senso. Partecipò altre otto volte alla Boston Marathon e nel 1974 la vinse con un tempo di 2:51. Ora  è una affermata giornalista   sportiva americana, scrittrice  e commentatrice televisiva. La sua maratona è diventata quella di milioni di donne che da allora si iscrivono alle 42 chilometri nel mondo, le corrono e ci battono. E ovviamente tutto è cominciato a Boston. Una curiosità:  alla Maratona di Boston il pettorale numero 261 non esiste più. Proprio in onore della Switzer è stato ritirato dalla competizione.