La ciclovia dell’Appennino è il viaggio che non ti aspetti o meglio il viaggio che sogni pedalando sulla spina dorsale di un Paese che custodisce nel bel mezzo delle sue montagne storia, cultura tradizioni e luoghi intatti un po’ come  la “carretera austral” fa con la storia dell’America latina. Un viaggio in bici in gran parte su strade secondarie tra Parco dell’Appennino Tosco Emiliano, Gran Sasso e Maiella, Parco della Sila, Aspromonte e Pollino, Parco delle Madonie e Nebrodi. Questo è  la ciclovia dell’Appennino, la più lunga d’Italia: il più importante progetto di turismo sostenibile mai realizzato nel nostro Paese, nato dai cittadini e dalle associazioni, finanziato dalle Istituzioni, sostenuto da una storica azienda italiana, il Gruppo Colussi con il brand Misura.  Oltre tremila chilometri che attraversano quattrodici regioni, 300 comuni, 26 aree protette, “scrigno” perfetto per custodire la storia e la narrazione di un Paese che là nel mezzo si è spesso conservato più che altrove, che ha tradizioni, cultura e sapori, che è ancora capace di rallentare e chiacchierare, di fermarsi se serve. E che in bici si apprezza meglio, perchè il lento viaggiare consente deviazioni e scoperte. E’ partita nei giorni scorsi da Altare l’edizione 2022 dell’Appennino Bike Tour che terminerà il 21 luglio ad Alia in provincia di Palermo, la campagna organizzata da Legambiente e Vivi Appennino che unisce sport e turismo sostenibile per scoprire le bellezze dell’ entroterra italiano e che quest’anno vede la partecipazione di Omar Di Felice che ha da poco in bici ha concluso il giro del mondo artico. Due le novità: l’organizzazione di itinerari cicloturistici alla scoperta di monumenti, bellezze naturalistiche e piccole realtà territoriali con produzioni di qualità a km zero e la “App” CicloAPPennino che fornisce informazioni su oltre 300 punti di interesse che si incontrano lungo il tracciato ma anche informazioni sulle caratteristiche tecniche del percorso e sulle 44 ciclofficine e punti di icarica per e-bike che s’incontrano sul percorso. «La Ciclovia dell’Appennino è un esempio tangibile di buona collaborazione fra volontariato, imprenditoria privata e pubblica amministrazione – ha spiegato Sebastiano Venneri, portavoce nazionale Legambiente -. Abbiamo lavorato con i Comuni interessati e con il ministero per disegnare un percorso meraviglioso che tocca luoghi preziosi e fragili facendone un prodotto turistico unico. Ci auguriamo che il modello messo a punto possa essere replicato». È stato presentato inoltre il libro- guida “Appennino Bike Tour» che racconta la ciclovia tappa per tappa, edita da Mondadori e curata dallo stesso Venneri con la prefazione di Francesco Guccini, il cantautore e poeta che da tempo ormai vive  a Pàvana,  una frazione di Sambuca Pistoiese. Lui l’Appennino l’ha scelto perchè  racconta spesso nelle su interviste ” se vado indietro negli anni tutte le cose più importanti sono successe qui o, comunque, è da qui che hanno avuto inizio…”