Quattro ore e ventiquattro minuti per venire a capo di una maratona: la quindicesima. Dopo New York, Valencia e altre corse in giro per l’Italia e per l’Europa, Stefano Carugo 56 anni, direttore della cardiologia del Policlinico Università di Milano, poche settimane fa è arrivato al traguardo della Maratona di Reggio Emilia. «Tiene» famiglia, ha sei figli, fa il medico e tre volte alla settimana si ritaglia uno spazio per allenarsi in attesa di condividere la cosa più lunga della domenica mattina con un gruppo di amici. «Chi dice che non trova il tempo per fare un po’ di sport durante una giornata mente a se stesso- spiega- Il tempo si trova sempre e poi non è necessario allenarsi per una maratona…Basta camminare, fare 10mila passi ogni giorno ma anche solo muoversi in bici, fare le scale evitando di usare gli ascensori, fare giardinaggio. Insomma muoversi. Noi cardiologi ripetiamo sempre che il cancro del cuore oggi è la poltrona e che il movimento è la miglior medicina contro infarti, ictus, aritmie e ipertensione».

Anche perchè non siamo messi benissimo in Italia. La «fotografia» è quella di un Paese molto pigro e di conseguenza ai primi posti in Europa per quanto riguarda l’obesità. Se poi si aggiunge che sono 14 milioni gli italiani che fumano, che siamo il Paese con la percentuale più bassa di «pentiti» e che gli adolescenti che si avvicinano alle «bionde» sono in crescita costante, si capisce in fretta quanto il movimento sia sempre più fondamentale per il benessere delle nuove generazioni, per la socialità e anche per contenere la spesa sanitaria.

«Non è mai troppo tardi per cominciare- spiega Carugo- Io ad esempio ho iniziato a correre per una scommessa a 44 anni e poi non ho più smesso. Certo, ci si deve avvicinare all’attività fisica con attenzione con intelligenza, cercando di capire da dove si parte e senza la presunzione di strafare. É importante la storia di ognuno. Da medico “perdo“ sempre cinque minuti in più durante una visita per spiegare a un paziente che prescrivere un farmaco è forse la strada più breve ma il movimento è quella migliore».

Si comincia a fare sport quando si comincia, e va bene sempre. A Milano, proprio il Policlinico, è al fianco di manifestazioni come «Cuore e salite» che ogni anno porta i milanesi sul Duomo facendo loro salire i 251 gradini o i «Walking day» che spiegano sul campo tutti i benefici del camminare. Si parte sempre da un controllo medico: «Sì è sempre necessario- spiega Carugo- Bastano un elettrocardiogramma e gli esami del sangue per chi invece fa attività agonistica serve un esame cardiologico sotto sforzo. Dopo il Covid la richiesta di visite cardiologiche è aumentata e forse un po’ si è esagerato». Ciò che fa la differenza è la perseveranza, un’attività sportiva continuativa e regolare. «Sì il messaggio è questo- spiega Carugo- Andrebbe riportato nelle scuole coinvolgendo di più i bambini ma vale per tutti, soprattutto per gli anziani, che camminando in un parco trovano anche il modo di recuperare il rapporto sociale che , soprattutto in una grande città, tende a perdersi».