La Milano «green», quella sostenibile, quella del sindaco ciclista, quella che sulla bici ha puntato tutto, perde la Milano- Sanremo che domattina partirà da Abbiategrasso. Perde anche l’arrivo del Giro, ma quello era già capitato, mentre con la classica di Primavera non era mai accaduto dal 1907 ad oggi. Non è una dramma, anche la Roubaix non parte da Parigi ma da Compiègne, però è un peccato perchè bastava vedere cosa fosse oggi pomeriggio Abbiategrasso, addobbata, felice e disponibile ad accogliere la passerella delle 25 squadre che hanno sfilato in centro, per capire che bella festa popolare sia ancora il ciclismo,  sport senza tempo, senza insulti nè cori rabbiosi, senza livore, senza avversari da annientare, da abbattere, da odiare. Funziona così tra chi pedala. E Peter Sagan che si ferma a firmare gli autografi ai ragazzi che si assiepano sulle transenne è un regalo che resta e aiuta a crescere, è l’ambasciatore perfetto di cui si sentirà la mancanza. Il resto conta il giusto. Anche se chi ha deciso, chi ha trattato, chi ha chiesto denari, insomma chi se l’è fatta scappare forse qualche domanda dovrebbe farsela e un po’ dovrebbe mangiarsi le mani guardando la festa ciclistica abbiatense. «Tappeti rossi» per Tadej Pogacar, Wout va Aert, Mathieu Va der Poel, Peter Sagan, Filippo Ganna che domattina prenderanno il via verso la Riviera dei Fiori sognando di alzare le braccia in via Roma a Sanremo.  Con le vetrine dei negozi dedicate alla Sanremo; con i mercatini di antiquariato e le bancarelle di prodotti alimentari in piazza Marconi e nella Fossa Viscontea; con bar e ristoranti che hanno proposto degustazioni, cocktail e menù per la sfida; con la pasticceria Marconi di Andrea Besuschio che ha firmato il nuovo dolce «Profumi di riviera», con due mostre fotografiche, con  la Fiera  di San Giuseppe allestita per il ciclismo, con un francobollo celebrativo speciale per l’edizione 2023 presentato da Poste Italiane.  E Milano, come nel romanzo di Cronin, “resta a guardare”. E forse tira anche un sospiro di sollievo. E’ una storia vecchia. Lo sport popolare, quello che porta la gente in strada, attraversa le piazze, invade il centro storico a questa città sempre più “fighetta” non piace, lo vive con sufficienza, spesso come un fastidio. Domenica si corre la Stramilano e le transenne per molti saranno, come sempre, un problema da risolvere attaccandosi ai clacson delle auto o tirando uova dai balconi come è successo negli anni passati alla Milano marathon.  Chi fa sport e “pretende” di prendersi un pezzo di città per una mattinata generalmente da queste parti rischia gli insulti, ecco perchè perdere la parata cittadina della Milano- Sanremo, al di la del business,  è una sconfitta della cultura sportiva di una città che in questo senso fatica a crescere. C’era una volta la Milano-Sanremo che partiva da piazza Castello e domattina partirà invece da un altro Castello. Milano perde, Abbiategrasso vince: “tappa e maglia” si dice in questi casi…