Domenica scorsa, dopo aver corso la Roubaix ed essersi piazzato 128mo, l’australiano della Ineos Cameron Wurf è tornato in albergo, si è  messo le scarpe da running  e ha corso una mezza maratona. Tanto per gradire…Non ne aveva evidentemente abbastanza. Non erano bastati gli oltre 260 chilometri appena pedalati, non erano bastate le “pietre”, non era bastato essere rimasto in sella per oltre sei ore così’, come aveva fatto qualche settimana fa il suo collega Wout Van Aert che dopo la Milano-Sanremo per sgranchirsi le gambe aveva corso una decina di chilometri sulla ciclabile dei Fiori e come fa spesso anche Primoz Roglic, anche il tasmaniano ha pensato bene che fosse quello il modo migliore per sciogliere i muscoli. In realtà l’australiano, 39 anni di Hobart, che ha già corso due Giri d’Italia con Androni e Liquigas e che da  tre anni è tornato al ciclismo con la Ineos Grenadiers,  ha cominciato la sua carriera sportiva come canottiere partecipando anche alle olimpiadi di Atene nel 2004 ma è soprattutto un ottimo triatleta. Ha debuttato nel circuito internazionale del triathlon “long distance” nel 2016, ha vinto quattro Ironman (Galles, Australia, Italia e Danimarca) ed è il triatleta che ha firmato la prestazione in bici più veloce di sempre ai mondiali Ironman di Kona alle Hawaii nel 2018  chiudendo i 181 chilometri in 4 ore e 7 minuti a 43,6 di media. Una sfida che rimase memorabile non solo per il record in bici ma anche per un fantastico gesto di sportività dell’australiano che, quando mancavano una decina di miglia al traguardo ed era al comando, venne raggiunto nella corsa dal tedesco Patrick Lange, che poi vinse, e i due si salutarono in gara dandosi un “cinque”.  “Delle tre discipline del triathlon la corsa è quella che in questo momento ha più bisogno delle mie attenzioni” ha spiegato Wurf, normale quindi ( quasi normale…) che dopo una Roubaix sia uscito a correre:  “Non è importante come vada la Roubaix- ha scritto  su instagram- Resta sempre una gara e una giornata memorabile,  io avevo solo il compito di farmi trovare in buona posizione se mai uno dei ragazzi avesse avuto un problema ma per me  è stata anche l’occasione perfetta per aggiungere alla fatica del percorso di giornata anche quella della corsa, preparazione perfetta per il mio prossimo Ironman”.  Ventuno chilometri corsi intorno a Deinze, Fiandre orientali, dove la Ineos aveva fissato il suo quartier generale,  in 1 ora e 26 minuti di fatica aggiuntiva che hanno scatenato i commenti meravigliati e affascinati dei suoi tanti tifosi che lo seguono sui social: “Ora sono davvero affamato…” ha risposto l’australiano che poi ha fatto anche un piccolo bilancio di questa sua parte della stagione: “Cinque continenti in cinque settimane sono già un bella sfida- ha scritto- Da tutti i punti di vista si tratta di un periodo davvero entusiasmante…”. Per Cameron di sicuro per sua moglie, che lo segue spesso nelle sue avventure sportive,  forse un po’ meno tant’è che simpaticamente ha commentato il suo post richiamandolo ai suoi doveri di marito e padre: “Sì ma adesso torna a casa che hai un figlio da crescere ed educare…”