Marco Capoferri, organizzatore di Nova Eroica Gran Sasso, che esce di corsa da un hotel di Castel del Monte e, con una teglia di cibo caldo avvolta in una tovaglia, si precipita verso il Corno Grande dove sono rimasti bloccati dalla bufera di pioggia ghiacciata una ventina ciclisti per la metà stranieri, racconta meglio di tante chiacchiere cos’è, cos’è stata, Nova Eroica Gran Sasso. Sfida epica e affascinante in un pezzo d’Abruzzo che colpisce al cuore per la sua bellezza, in una terra forte e cortese che non si smentisce e che sa essere accogliente senza troppe manfrine, tra la potenza di una montagna che non fa sconti, che non conosce mezze misure e che in una mattina passa dal sole, alla pioggia, alla tormenta con la velocità di un respiro. Nova Eroica è andata a cercarselo il Gran Sasso, come ha detto il fondatore Giancarlo Brocci. Perchè Eroica è il ciclismo che fu e che sarà e va a cercarsi i posti che con il ciclismo hanno fatto la storia per valorizzarli e difenderli, per farli conoscere per raccontare pedalando che il turismo non è solo spiagge e ombrelloni ma possono essere anche le strade bianche che attraversano borghi fantastici che aspettano solo di essere risvegliati. E così sarà per questa Nova Eroica che alla sua seconda edizione ha portato al via oltre 400 iscritti da molte parti d’Italia e del mondo, Australia compresa. Così’ sarà per paesi d’incanto come Castel del Monte, come Santo Stefano di Sessanio, Barisciano, Rocca Calascio che hanno accolto a braccia aperte chi ha avuto il coraggio di sfidare le nuvole con tanto di canti popolari, con i sindaci a salutare, con le ferratelle, il vino buono e ovviamente gli arrosticini. Nova Eroica Gran Sasso ha preso la strada e un’altra ne prenderà già dal prossimo anno perchè, come ha annunciato il governatore Marco Marsilio, lui pure ciclista, lui pure in gara, lui pure eroico,  parte dei finanziamenti europei già stanziati permetteranno ai Comuni sul tracciato di ristrutturare oltre 50 chilometri di strade bianche che diventeranno parte del percorso di Nova Eroica e resteranno lì a difesa del territorio come è successo dalle parti di Gaiole.  Il resto, come sempre accade con l’Eroica, è gioia dello stare insieme, è conoscersi e riconoscersi, è ritrovarsi e pedalare con la voglia di fermare il tempo. Che da queste parti scorre lento, scorre piano contrariamente alle nuvole che si rincorrono sull’Altopiano. “Jennotte fa la neve…” c’è scritto su un cartello turistico in un vicolo di Castel del Monte. Perchè qui quando nevica, nevica sul serio come tre anni fa quando in molti restarono bloccati per una settimana nelle loro case. Ma c’è poco da scherzare anche quando pioggia e vento ti vengono incontro e ti fanno capire che è arrivato il momento di fare i conti con la forza di queste montagne. Quando il cielo si imbroglia e si incupisce qui c’è solo una mantellina a cui ti puoi affidare. Pochissimo, quasi nulla quando ti stai arrampicando verso Campo imperatore,  quando sei sotto il Gran Sasso, la cima più elevata degli Appennini, con i 2912 metri del suo Corno Grande. E ‘ l’Abruzzo che vola alto ed è davvero da “eroi” provare a conquistare questo imponente pezzo di montagna.  Un bel pedalare, un bell’andare sulla  piana di Campo Imperatore la più grande area naturalistica d’Europa da godere e scoprire con percorsi che  scorrono sulle strade usate fin dall’antichità per la transumanza delle greggi.  Luogo magico il Gran Sasso dove più sali e più ti senti piccolo, quasi indifeso davanti alla potenza di tanta natura che svela spazi infiniti. Non finisce mai.  Fatta eccezione per qualche pastore che vende forme di pecorino e qualche mandria di mucche che sembrano senza padrone, non c’è nulla quassù. Non c’è quasi riparo, non c’è traffico, non c’è rumore. Nulla di nulla. Ed è la meraviglia di una montagna rimasta intatta che chiede sempre un giusto prezzo di fatica, un “pedaggio” per la meraviglia.