L’unione fa la forza e in certi casi anche un po’ l’arroganza di sentirsi  sopra le righe e le regole. Da anni ormai la domenica mattina sulle strade si sono moltiplicati i ciclisti ed è un bel segno di tempi perchè pedalare è una gioia. Alcuni pedalano per fare attività fisica, altri per stare in compagnia o far cicloturismo, altri fanno chilometri senza troppo stress preferendo le ciclabili, altri ancora fanno sul serio e si allenano su statali e provinciali. Ognuno fa ciò che vuole ma chi si allena in genere è gente che va su bici da corsa, “tirata”, veloce, che si dà cambi, sta in scia e fa gruppo come i professionisti o giù di lì. Gruppi più o meno numerosi: cinque o sei amici, una decina di compagni di squadra oppure quaranta, cinquanta che si ritrovano ad un’ora certa in un punto certo e in un paio d’ore macinano anche un’ottantina di chilometri con medie da gara o da granfondo poi puntualmente pubblicate sui profili di Strava. E qui sta il punto. Questi enormi gruppi non sempre  rispettano regole e semafori il che, oltrechè a far infuriare chi li incontra, non rende un buon servizio a tutto il resto del mondo che va in bici con smanie meno agonistiche:  si fa in fretta a mettere tutti nello stesso calderone. Pochi giorni fa a San Colombano al Lambro, alle porte di Milano, un gruppone di una trentina d ciclisti che si stava allenando sulla provinciale  23 che porta verso l’ospedale di Lodi ha bruciato senza pensarci troppo un semaforo rosso passando l’ incrocio che porta verso Chignolo Po. Probabilmente non volevano rallentare per non compromettere la media, forse è passato uno e gli altri gli sono andati dietro “tanto siamo in tanti” o forse ancora lo hanno sempre fatto e gli è sempre andata bene… Non domenica mattina perchè tra le auto che aspettavano di passare c’era anche una gazzella dei carabinieri della stazione di San Colombano. I militari non ci hanno pensato un attimo ad accendere la sirena e a bloccarli. Qualcuno è riuscito a dileguarsi, la maggiorparte no. Sono stati tutti fermati e identificati ed è finita con 33 multe da 116 euro verbalizzate  ai militari della Stazione di San Colombano. Tappa e maglia, si dice in questi casi