Continua “East to west”,  il viaggio di Matteo Parsani, 42 anni, bergamasco professore di matematica applicata in Arabia al Kaust, King Abdullah University of Sciences and technology, che sta attraversando su una handbike l’Arabia Saudita. Tremila chilometri percorrendo oltre 3.000 chilometri in un mese. Il via da Damman, poi il deserto fino ad Alula e dopo aver fatto tappa nelle città più importanti dei musulmani, Medina e La Mecca tornerà a nord, a Jedda, prima di giungere al KAUST, dove si concluderà l’impresa. Oltre 150 chilometri al giorno per dimostrare che anche  persone con disabilità possono fare ciò che non si immagina e per testare sul campo, seguito da un vero e proprio laboratorio medico, quanto nelle lesioni spinali la riabilitazione possa essere affiancata e migliorata dall’attività sportiva e per raccogliere fondi per aiutare chi si trova nelle sua stessa situazione.

 

GIORNO 4: L’INCONTRO CON SUA ALTEZZA REALE.  Ho vissuto l’incontro più importante di questo viaggio, con Sua Altezza reale, il Principe Sultan Bin Salman Al Saud, il figlio più grande del Re, presso la Oasis For Science, un’istituzione costruita per spiegare la scienza i bambini e agli adolescenti. Nel pomeriggio siamo stati ricevuti da altre autorità e la sera ero distrutto. Mi sono preparato moltissimo a livello fisico, ma non avevo messo in conto la fatica dei tanti impegni istituzionali di questa impresa.

 

GIORNO 5: LA GIOIA DEI RAGAZZI DOWN. Ancora meeting nella capitale Riad. Al quartier generale della Authority for Persons with Disabilities, abbiamo incontrato tanti ragazzi che praticano sport. Tra tutti, mi ha colpito un gruppo di bambini con Sindrome di Down, appassionati di ciclismo. Abbiamo preso i loro nomi e con i soldi raccolti doneremo a ciascuno una bicicletta.

 

GIORNO SEI: LA TEMPESTA DI SABBIA.  E’ l’alba, fa un freddo micidiale ma dobbiamo ripartire. Comincia subito male e dopo pochi chilometri, mi  imbattoo in una strana tempesta di sabbia, accompagnata da un vento gelido. Una combinazione insolita, visto che di solito questi fenomeni atmosferici sono alimentati da aria calda e afosa. Faccio davvero fatica a vedere la strada ma di togliermi gli occhialini dal viso neanche a parlarne. La fatica fisica è tanta ma il prezzo più alto lo  pagoo da un punto di vista psicologico. Attraverso zone in cui il segnale è così scarso che non posso nemmeno ascoltare musica mentre pedalo, se non le poche canzoni scaricate sul telefonino. E la musica per me è essenziale, è ciò che mi dà la carica. Dopo 138 chilometri, finalmente arrivo in albergo e, dopo una doccia, faccio il punto della situazione con il mio team.

 

GIORNO 7:  IL FREDDO, LA PIOGGIA E I PRIMI DOLORI. Ci rimettiamo in strada prestissimo alla volta di Burayda, la capitale della Regione del al-Quasim. È una città meravigliosa, immersa nel deserto e proprio nel centro del Paese, equidistante dal Golfo Arabico e dal Mar Rosso. Arriviamo senza intoppi  e nel pomeriggio incontriamo il Governatore della Provincia, anche lui parte della famiglia Al Saud, che si presenta per il caffè accompagnato dalla Guardia Reale. Incontrarlo è una grande emozione. Dopo una visita a un centro per bambini con disabilità, crollo, ma il sonno fatica ad arrivare. Fa un freddo cane, piove. Un tempo strano rispetto a quello che ci aspettavamo. Arrivo alla sera stanchissimo e nonostante mi copra bene la notte soffro di brutti dolori neuropatici.

 

GIORNO 8: VISITA AL CENTRO RIABILITAZIONE PER DISABILI Salgo in bici alla volta di Unaizah, a circa 80 chilometri da Burayda, una tappa importantissima nei pellegrinaggi dei religiosi che dalla Mesopotamia viaggiavano verso La Mecca. Anche qui, visitiamo alcuni centri per la riabilitazione di persone con disabilità varie come autismo e problemi di mobilità. Noto con grande piacere che medici e fisioterapisti sono tutti sauditi e che queste strutture sono dotate di tecnologie pazzesche. Alla fine della giornata, i 63 chilometri si sono fatti sentire. Arrivato in albergo e mi devo affidare ai fisioterapisti per tenere a bada una sofferenza muscolare a livello della scapola destra, messa alla prova dalla fatica e dal freddo. Dopo un massaggio e alcuni esercizi, finalmente riesco a riposare.