Non si fa. E soprattutto non lo deve fare un campione. Non si può sputare ai tifosi anche se tali non sono, anche se sono ubriachi perchè così succede spesso nelle gare del Nord dove la birra scorre a  fiumi, dove non c’è rispetto, dove ti insultano, ti provocano, dove spesso dietro le transenne ci sono figuri indegni di ammirare la classe e la bellezza agonistica di un campione come Mathieu Van der Poel. Che fa una cosa che non avrebbe mai dovuto fare. Sputa ad un gruppo di spettatori belgi  durante la undicesima prova di Coppa del Mondo, a Hulst in Olanda, esasperato da una gara con loro a vomitargli schifezze giro dopo giro. Ma loro sono indegni di uno sport antico come il ciclocross e un campione, tale è, se è in grado di non replicare. Che cosa sia successo è lo stesso Van der Poel a spiegarlo«Mi avevano riempito di insulti e devo dire che la cosa si ripete a ogni gara, al punto che sono davvero stufo.  Che cosa mi dicevano? Chiedetelo a loro, io non lo ripeto, ma dopo un po’ è troppo anche per me. E con questo ho finito, non voglio più parlarne. Però certi comportamenti non dovrebbero avere spazio nel nostro sport…». Infatti. E per non dare spazio non bisogna mettersi a quel livello lì. Bisogna essere capaci di andare oltre, anche se la vena si chiude, anche se la rabbia monta, anche se superano il limite. Sul circuito olandese gli insulti tra quel gruppo di tifosi e Van der Poel non sono un fatto privato tra lui e loro. Sono una fatto pubblico che coinvolge gli atleti, i i tifosi veri, le migliaia di bambini che erano lì per applaudire il loro mito, il loro campione, per spiarne i segreti, per copiare, imitare, replicare…Lo sputo non si può raccontare, è difficile da accettare, non ha attenuanti. Mathieu van der Poel nei giorni a venire questa brutto episodio faticherà a toglierselo di dosso: servirebbero delle scuse, tanto per cominciare. Altrimenti rischia di diventare una macchia in una carriera già enorme che si annuncia luminosissima. Perchè i campioni non sono solo quelli che vincono coppe e medaglie