Il torneo degli oratori di Pavia organizzato dalla Diocesi e dal suo settimanale «Il Ticino» quest’anno non si farà. Era il più antico e partecipato fra i tornei di calcio parrocchiale della Lombardia: 27 edizioni, 500 partecipanti, quasi cento partite lungo un mese, decine di squadre da tutta la provincia e un album di figurine adesive con tutti i piccoli giocatori. Una piccola Champions. Non si farà perchè così hanno deciso (a malincuore)  la Diocesi e il Vescovo Corrado Sanguineti perchè lo scorso anno si è superato il segno.  Sospeso per maleducazione, per i genitori «ultras», per i  giovani tifosi che sugli spalti insultavano i piccoli avversari, per “fatti deprecabili contrari allo spirito di un torneo che coinvolge gli oratori luoghi educativi i cui si insegnano i valori dello sport come il rispetto di arbitri e avversari, come la serena accettazione della sconfitta…” spiega una nota della Curia. Quindi stop. Quindi anche gli oratori si arrendono, alzano bandiera bianca. Ed è il peggior segnale che ci sia.  E’ la fine della speranza: quella dei piccoli che scendevano in campo con tutta la loro gioia e i loro sogni e quella di quei grandi che ancora si illudono che si possa piantare e far crescere un seme per far crescere uno sport degno. “Lo sport aiuta i ragazzi a dare il meglio di sè…” aveva detto qualche tempo fa l’arcivescovo di Milano Mario Delpini. Lo sport li educa e li tiene lontani dai guai perchè gli oratori, quelli che sono rimasti,  sono ” antichi presidi” di un mondo educato e rispettoso che ci sta sfuggendo di mano,  il naturale antidoto ai fischi razzisti a Mike Maignan. Sono una meravigliosa macchina del tempo dove trovarsi, incontrarsi, giocare magari anche a calcio senza troppe iscrizioni, tessere, certificati. Dove giocare tutti: alti, bassi, grassi, magri, belli brutti, maschi, femmine, bianchi, neri, rossi e gialli. Dove essere capaci non è sempre un requisito richiesto. Tutti in campo facendo le squadre a pari e dispari e dividendosi in modo equo fenomeni e «pippe» con il Don ad arbitrare.  E’ lo sport che servirebbe, è il calcio che servirebbe, è ciò che si va perdendo…