Il deejay dellla Baia del silenzio che sta tra Caprioli e Palinuro è fissato con Venditti. Sotto il segno dei pesci, Compagno di scuola, Notte prima degli esami, Giulia e via suonando. Ad ogni ora del giorno c’è questo bel sottofondo da “core de Roma” che non è che mi dispiaccia ma sta diventando un tormentone. Soprattutto mi risuona nelle orecchie quel ritornello della salita che, canta Venditti, incomincia sempre quando pensi che sia finita…E al di là della metafora da queste parti per  chi corre è una sensazione che si sperimenta tutti i giorni sulla pelle. Mi sono affezionato ad un bel giro panoramico mari e monti che parte da Caprioli, sale quasi all’infinito su una montagna di cui ignoro il nome, poi punta a capofitto verso il paesino di Pisciotta, gira a sinistra verso la Marina e Pisciotta Scalo e poi torna ancora salendo verso Caprioli. In tutto 12 cilometri e 397 metri certiicati dal mio Garmin che ha ripreso a a funzionare anche se credo abbia bisogno di un passaggio ai box. Dodici chilometri che ormai ripeto da diversi giorni con qualche variazione  senza respiro. Senza un metro di pianura, senza una fontana, senza un segno di vita tranne qualche auto che ogni tanto ti sfreccia accanto, con la caserma della Forestale assolutamente deserta, con due agriturismi in pietra, con la pergola e la gente normale seduta sulle sdraio all’ombra. Il  paesaggio è mozzafiato. Corri tra gli ulivi, gli arbusti di ginepro, il mare che ti sta sotto, di fianco e alla fine di fronte. Corri e sudi perchè qui in questi giorni fa una caldo assurdo e non tira una bava di vento neanche dal mare. Corri e pensi alle cose più piacevoli che ti possono venire in mente. Per cercare di non pensare alla fatica e per scacciare dalla testa quella canzone di Venditti che ti ricorda la salita. Un tormento, quasi come la strada che non ne vuol sapere di stare in orizzontale. Anche se, come dice il mio amico Alberto che a Milano corre al Sempione, c’è di peggio…