Matteo Renzi è il sindaco di Firenze. Ma è anche tante altre cose. Politicamente è il “rottamatore”, l’uomo della Leopolda, un berlusconiano di sinistra, il Pieraccioni del Pd. E ancora. Un “furbetto” che ama Steve Jobs, che sta con Marchionne ma anche con gli operai, che sa come funzionano le regole della comunicazione, di Facebook e Twitter e che in tv ci sa stare sia che vada da Porro e Telese a parlare sul serio di politica o dalla Cabello a fare il saltimbanco. Gliene hanno dette di tutti i colori. Non appena si è azzardato a mettere in discussione i burosauri del suo partito da sinistra gli hanno scatenato addosso l’artiglieria pesante. Altro che macchina del fango. Bene, io non conosco Renzi,  non so chi sia, nè gli ho mai parlato. Un paio di anni fa mi aveva anche fatto girare le scatole perchè durante la maratona di Firenze aveva sguinzagliato i controllori sui mezzi pubblici per multare i maratoneti che erano senza biglietto. Però da quando ha finito due maratone mi  sta simpatico. Azzardo: credo sia una delle poche novità “potabili” della nostra politica. Sì lo so, è un po’ riduttivo classificare le persone a seconda che corrano o meno una maratona, però chi arriva al traguardo di una 42 km qualche punto in più lo porta a casa. E devono essersene accorti anche Bersani e la Bindi che il “caro” Renzi lo vedono un po’ come il fumo negli occhi…

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