Non è che perchè uno corre non inquina. Sembra un assurdo ma è così. E la mente torna ad una gara che avevo corso anni fa in una riserva naturale lombarda: ciò che ho visto nei punti di ristoro mi fa imbufalire ancora adesso.  Eppure ci vuol poco a buttare il bicchiere di plastica del ristoro in un cartone  anzichè no  come se quei pochi secondi che si perdono pregiudicassero chissà quale prestazione. Purtroppo quello di buttar tutto per terra è un brutto vezzo dei runner. Ma non ci sono nell’economia ecologica di una corsa solo i bicchierini di plastica. Riduzione dei rifiuti, degli sprechi e delle emissioini, impegno nella responsabilità sociale è anche altro. E sono questi gli obiettivi che la Milano City Marathon dovrà raggiungere perchè la sua prossima edizione, quella che si correrà il 7 aprile 2013, ottenga la certificazione ReSport, nata per attestare pratiche e comportamenti incentrati sul rispetto del clima e dell’ambiente nonchè della responsabilità sociale delle competizioni sportive statunitensi.  Ora, ReSport arriva anche in Italia grazie a Imq, partner esclusivo per l’Italia del Council for Responsable Sport. Prima a farne richiesta è proprio la Milano City Marathon che nel 2009 ha già ricevuto il riconosciento quale prima maratona in Italia ad aver neutralizzato le emissioni di Co2 prodotte dagli spostamenti degli atleti, dai pettorali utilizzati, dall’uso della carta per i volantini e i manifesti grazie alla piantumazione di 18.000 alberi.  Ora gli impegni richiesti per ottenere la nuova certificazione sono maggiori e prevedono la sostenibilità dei materiali utilizzati, la riutilizzabilità delle strutture, l’ecologicità dei prodotti distribuiti e interventi sul trasporto e attività di formazione finalizzate al miglioramento dello stile di vita e di consumo della collettività, ma anche donazioni e coinvolgimento di minoranze etniche o sociali. Di tutto questo si parlerà il 12 ottobre in occasione del convegno organizzato da Imq.