Sul lungomare di Rimini non ci sono più le transenne e neppure i birilli. ” E meno male- borbotta la proprietraia di un bar che se la prende col sindaco- Non solo ha fatto qui la pista ciclabile e ha tolto i parcheggi per copiare Riccione. Ci mancava solo che chiudesse tutto per la corsa . Ed è un mese che piove…”. E’ il tormento di chi lavora e deve fare i conti con la crisi, con le offerte low cost che portano via i  turisti, con i modi un po’ strafottenti dei nuovi ricchi che arrivano da Est.  La Rimini bonaria e a conduzione familiare sta lasciando il posto ai tanti hotel con tante stelle e un po’ non ci si riconosce…. Ma il giorno dopo il Challenghe di Rimini è una splendida giornata di sole. C’è il traffico dei giorni normali sul rettilineo infinito dove ieri si davano la caccia Mc Cormack e Fontana, ci sono un paio di vigili decisamente meno indulgenti e ci sono pochi audaci vacanzieri che asciugamano sotto braccio sfidano il mare il giorno dopo la pioggia. Il mezzo ironman è finito ed è strano come si possa così tanto rimpiangere la fatica. Dove ieri pedalavi e correvi implorando che finisse tutto il prima possibile oggi stai passando in macchina, la tua bici è  imprigionata sul tetto e per alzare la media non serve smanettare sui cambi basta premere lievemente col piede sull’acceleratore. Però c’è un pizzico di malinconia  nel vedere gli operai che stanno smontando le transenne della zona cambio di fronte al delfinario. La ruota panoramica continua a girare ma  ieri mattina con il cielo nero come la pece e vento che ti trapassava come una radiografia ti sembrava tutta un’altra cosa. E così la spiaggia senza quella nuvola di pazzi con le mute da sub, e così il parcheggio di fronte allo Yachting club dove ieri c’era il ristoro e oggi una fila di auto parcheggiate. Finisce con un tuffo in mare  perchè, come dice uno dei miei tre figli non si può venire a Rimini a fine maggio senza tuffarsi in acqua. Finisce con lo sguardo compiacente di un bagnino che  si stupisce  perchè l’acqua è fredda e tutti girano al largo. E finisce con una lezione  sulla piadina proprio nel bar di fronte all’uscita della zona cambio dove ieri c’era il giudice  con la bandierina rossa. Sta scritto tutto sull’elegante tovaglia in carta riciclata che copre un tavolo baciato dal sole: “Qui l’hanno sempre chiamata piada, la piadina è tutta un’latra cosa e si mangia dalle parti di Ravenna. E anche i corn flakes sono nati a Rimini. Li hanno inventati le nostre nonne mischiando insieme grano e piada rafferma e inzuppandole nel latte…”. E il Challenge? Ha tutte le carte in regola per diventare una delle tante, belle tradizioni di questa riviera. E se il buongiorno si vede dal mattino il prossimo anno splenderà il sole.

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