13413546_1793475847538752_1759549260687144831_nRenato Carosone quel pezzetto che non conosce il tempo lo aveva cantato al maschile. Ma vale lo stesso. Anzi vale di più perchè  sfata quella sciocchezza del sesso forte riferito poi non si sa bene a chi…Paola Gianotti  si era messa in testa di “fare l’americana” pedalando per 48 giorni in 48 stati della Confederazione e ieri ha messo la parola fine ad un’ impresa che la iscrive ancora una volta nel Guinness World Record. Non lo ha fatto per questo. Almeno non credo. Quando l’avevo intervistata per il Giornale più di un anno fa di ritorno dalla Transiberian Extreme, anche lì unica donna nella corsa più dura al mondo, 9200 sul tracciato della transiberiana, mi aveva spiegato il perchè: “La mia azienda ha chiuso e così ho deciso che era arrivato il momento di fare ciò che avevo sempre sognato….”.  Già, i sogni. Bisogna crederci nei sogni. E questa ragazza 35enne di Ivrea non solo ci crede ma li mette anche disposizione degli altri.  Che è un passo in più in un mondo che condivide ormai le cose solo  virtualmente, perchè un clic alla fine non si nega a nessuno. Il viaggio in America, il record, il Guinnes servono  a realizzare un progetto di solidarietà per le donne in Africa visto che, attraverso  il suo sito Internet,  ha raccolto i soldi  per acquistare 70 biciclette da donare alle donne in Uganda, dove la bici cambia e migliora la vita di una persona. Certo, serve anche altro. Però serve tutto. E così chi ha la capacità di fare qualcosa e la mette a disposizione degli altri  comunque va nella direzione giusta.  E i conti tornano. Approssimati per eccesso. Quarantotto stati, in quarantotto giorni per quarantotto biciclette che poi sono diventate 70 perchè è andata meglio del previsto. Meglio così:  “Ho vissuto un’altra incredibile esperienza di vita sociale e sportiva- racconta Paola-  È stata un immensa emozione attraversare tutti i 48 Stati degli Stati Uniti. I momenti di difficoltà sono stati tantissimi ma ogni volta che ne vivevo uno pensavo alle donne in Uganda, al fatto che questo record lo stavo facendo per regalare un sorriso a loro. Riuscire ad acquistare tante biciclette da donare mi fa sentire orgogliosa e felice, soprattutto perché andranno ad attiviste che lottano per i diritti delle donne in una realtà dove la disparità sociale tra uomo e donna è ancora molto sbilanciata. E così, pensando soprattutto a loro, ho continuato senza sosta, senza mai fermarmi neanche un giorno”.  Sorrisi ma anche lacrime perchè non è stato facile. Sorrisi e anche lacrime perchè, anche se ormai quella del sesso forte è davvero sempre più una sciocchezza, è bello sapere che le grandi imprese si firmano con la tenacia e con la caparbietà  ma anche con le debolezze che  pochi hanno il coraggio di ammettere. Esser “tosti” significa anche questo.  E poi ci sono i numeri a spiegare cosa significa tutto ciò. Cosa significa partire in bici dallo Stato di  Washington all’estremo nord-ovest e arrivare nel Maine,  a nord passando passando da  -2 a 40 gradi . Si fa presto a fare i conti: sono 11.533 chilometri pedalati dal 1° maggio al 12 giugno. Sono 560 ore, su e giù per 58.000 metri di dislivello. Sono 500 borracce, 80 banane, 140 panini, 258.000 calorie bruciate,  7 controlli da parte di sceriffi, 6 cicloturisti incontrati per strada. Ora si attende l’omologazione da parte della commissione del GWR che avverrà nei prossimi mesi. “Pedalare 43 giorni senza un giorno di riposo, 14 ore al giorno, ti fa vivere una grande sfida e soprattutto un grande viaggio interiore. Tu, la bici, le strade del mondo. Ho avuto tanti momenti di paura per il traffico e momenti di spossatezza. Il paesaggio intorno a me è stato uguale e monotono e le tantissime salite hanno messo a dura prova le gambe; è stata forse la prova più dura che abbia mai affrontato, dal punto di vista fisico e mentale”. A fine luglio Paola andrà in Uganda ad acquistare le biciclette da donare. Il tutto avverrà grazie alla collaborazione con Bicycle Against Poverty (http://bicyclesagainstpoverty.org) e Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo (http://www.africamission.org). Missione compiuta. Fine. Neanche per sogno. Perchè i sogni non finiscono mai…Basta crederci.

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