Magia e tormento di una bella nevicata che in due giorni ha cambiato faccia a Milano. L’incanto è un Parco Sempione che non sembra il Parco Sempione ma  una cartolina da Dobbiaco. Il tormento  sono le gambe che dopo un’ora a pattinare accendono la riserva. Ma non capita sempre di correre sulla neve a Milano. E così bisogna approfittarne su è giù tra i laghetti del Sempione, attorno all’Arena,  a fianco del Bar Bianco. Ci sono due città. Una nel parco, imbiancata, silenziosa, pulita, sportiva, sorridente e allegra che fa a palle di neve. L’altra al di fuori che ha una fretta incredibile di far sparire la neve che rallenta le normali operazioni di frenesia quotidiana.  Per Milano la neve è un impiccio, un danno, un assegno a tanti zeri che aumentano col passare delle ore. C’è questo mito dell’efficienza a tutti i costi che vuole subito strade, piazze, marciapiedi e aiuole pulite, E così giù sale, avanti e indietro spazzaneve e camion ell’Amsa, all’opera spalatori dalle facce scure e smarrite perchè, dal Senegal a Santo Domingo , neve e ghiaccio non sanno neanche cosa sia.  E allora un’ora di corsa al parco Sempione nell’intervallo di pranzo pattinando sulla neve diventano uno “stacco” più “stacco” del solito. E pazienza se le gambe per una volta si ribellano un po’…

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