Lo scrive “The Times”, quotidiano londinese: prima dei Giochi olimpici di Tokyo 2020 sarà ufficializzato e applicato un nuovo metodo per  scovare chi si dopa. Ad annunciarlo sono stati nei giorni scorsi  il Comitato Olimpico Internazionale e l’Agenzia Mondiale Anti- doping.  Si tratta di una tecnica d’avanguardia che permetterà l’identificazione di marcatori genetici nel sangue attraverso i quali le sostanze proibite potranno essere rilevate anche settimane dopo la loro ingestione. Ed è una piccola rivoluzione se si considera che attualmente uno dei punti deboli dei controlli è proprio il limite temporale, cioè l’impossibilità di segnalare tracce già pochi giorni dopo una pratica dopante. Un limite reso ancora più evidente dall’uso, sempre più diffuso,  delle cosiddette microdosi che permettono  di aggirare i test con buone percentuali di successo. “È potenzialmente la più grande scoperta nella lotta contro il doping in tutta una generazione” scrive  ‘The Times’ che svela come il Cio e la Wada abbiano investito quasi 600.000 euro nella ricerca di questa nuova tecnica presso l’Università di Brigthon. “Siamo sicuri che sarà pronto per i Giochi di Tokyo 2020- ha dichiarato il direttore del gruppo di ricerca Yannis Pitsiladis– Questa nuova prova sarà disponibile inizialmente solo per i test del sangue, ma si lavora anche per analizzare i marcatori genetici attraverso la saliva. Sono molto ottimista”