ltpLe Olimpiadi di Tokyo si apriranno venerdì 23 luglio 2021. Appena sei giorni dopo la decisione di rinviare i Giochi di un anno a causa dell’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia Covid-19, Cio e comitato organizzatore, con il supporto delle istituzioni giapponesi, hanno trovato un accordo sulle nuove date.  I giochi si terranno dunque nello stesso periodo individuato per il 2020, tra fine luglio e inizio agosto e continueranno a chiamarsi Tokyo2020. Si riparte quindi. Si ricominciano a contare i giorni in attesa del più importante appuntamento sportivo per gli atleti. Uno stop e un rinvio che però per chi deve qualificarsi e partecipare è tutto fuorchè una pausa: «Non vale il discorso rinviate le Olimpiadi e allora tutti fermi-  spiega  Antonio  La Torre, direttore tecnico della Nazionale italiana di atletica leggera- Non si può interrompere  la preparazione anche se i Giochi saranno tra 16 mesi: è un errore privo di basi scientifiche”  “E poi tutti fermi, ma su quali basi?- continua il direttore tecnico dell’atletica azzurra- Il ministro Spadafora in questo momento drammatico si sta muovendo bene, vuole difendere l’attività motoria attorno a casa. Giustamente sono fermi gli sport di squadra perchè di contatto e con rischio di contagio. Bisogna muoversi, stare immobili significa morire prima e alla ripresa dell’attività rischiare un aumento di infortuni. Mi chiedo, ma Federica Pellegrini che nuota da sola o Filippo Tortu che si allena solo in un campo da 400 metri, chi contagiano? Yeman Crippa che corre in mezzo ai boschi, chi contagia? Gli scoiattoli?». Altro tema molto delicato è quello del doping. L’unico laboratorio aperto è quello tedesco di Colonia che però non si vede recapitare campioni per i blocchi e le frontiere chiuse. «Oltre all’aspetto sanitario che resta primario, ecco perchè le Olimpiadi di Tokyo è giusto siano state: volevamo mica i Giochi più dopati della storia? – aggiunge La Torre -. L’assenza di controlli può essere  la festa per i furti. In tre mesi soprattutto gli atleti di discipline di potenza possono fare uso di steroidi anabolizzanti. Un programma di doping “intelligente” potrebbe contribuire anche ad modificare un pò il motore. Resterà un danno allo sport ma comunque non ci sarà un’Olimpiade dopata». L’ipotesi è una ripresa delle attività tra due o tre mesi. «Facciamo finta che possiamo riprendere tutto il primo giugno- spiega il direttore tecnico azzurro- Non pensiamo solo ai campioni ma ai giovani. Per riportarli alle gare senza il forte rischio di farsi male serve almeno un mese e mezzo di allenamento. Proprio per questo come federazione stiamo preparando un vademecum. Su una piattaforma daremo informazioni pratiche con materiale video e cartaceo, ad atleti e società per come rincominciare gradualmente per non passare da un eccesso di inattività a un eccesso di allenamento».