Senza bandiera e senza inno ai Giochi. Il rischio c’è e restano 21 giorni per venirne a capo perchè tra tre settimane, il 27 gennaio,   il Comitato Olimpico Internazionale deciderà se sospendere  l’Italia dallo sport mondiale con una decisione senza precedenti nella nostra storia . Perchè pende questa spada di Damocle sullo sport italiano? Il Coni manca di autonomia, l’attuale legge lo ha svuotato delle proprie competenze e pertanto viola la Carta Olimpica e, nonostante l’ultimatum dell’Esecutivo del Cio, il ministro dello sport Vincenzo Spadafora non pare intenzionato a dare risposte da qui a breve.  Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a più riprese aveva avvertito di possibili clamorose sanzioni da parte del Cio: “Stiamo scherzando col fuoco…” aveva detto nei giorni  scorsi e c’è il rischio che il Comitato olimpico italiano l’Italia faccia la stessa fine di Russia e Bielorussia, ciòè di due nazioni “cancellate” per aver legato il proprio sport allo scandalo del doping e alla politica di Aleksandr Lukashenko . Ma tant’è. La sospensione del Coni  significherebbe che alle Olimpiadi di Tokyo non ci sarebbe la bandiera italiana, non verrebbe suonato l’Inno di Mameli  in caso di vittoria, le divise non potranno riportare la scritta “Italia” e le medaglie rientrerebbero nel serbatoio degli Independent Olympic Athletes (Ioa): nessuna squadra, nessun dirigente, nessun giornalista (il Cio non rilascerebbe accrediti ad un Comitato olimpico sospeso) ma solo atleti qualificatisi in forma individuale.