Ci si chiede da tempo come sarà lo sport, come saranno i campionati di calcio, i grandi giri e i grandi eventi nei prossimi mesi. Ma tra porte chiuse, quarantene, bolle e tamponi la previsione non è semplice. C’era lo sport prima del Coivd e ce n’è uno che viene dopo e che con il virus, piaccia o no dovrà fare i conti ancora per parecchio tempo. Così lo sport cambia, cambiano le regole che devono adeguarsi ai protocolli, alle distanze, al divieto di assembrarsi e cambiano i risultati perchè è chiaro che dal calcio al triathlon è diverso giocare con il pubblico sugli spalti ed è diverso gareggiare senza l’iuto della scia in bici. Tanto per fare due esempi.  Così va ma , in attesa dell’immunità di gregge o e che il vaccino venga esteso ad atleti e tesserati in genere che non sono i primi nella lista delle precedenze, c’è che si porta avanti. La squadra di  ciclismo degli Emirati Arabi Uniti, incluso il campione del Tour de France Tadej Pogacar, è stata infatti vaccinata contro il coronavirus ad Abu Dhabi. “L’intero team è lieto di aver avuto l’opportunità di proteggere se stessi e gli altri attraverso l’assunzione del vaccino- ha detto il team principal Mauro Gianetti- e vorremmo congratularci con gli Emirati Arabi Uniti e tutti i partner di questo programma per il loro incredibile lavoro per far sì che ciò accadesse” . Tutti e  27 i ciclisti della Uae e altri 32 membri del team hanno ricevuto il vaccino Sinopharm CNBG che è stato approvato negli Emirati Arabi Uniti. Uno scatto che permette alla maglia gialla di mettersi il gruppo alle spalle ma che apre un altro fronte di discussione e cioè se mai i vaccini possano per gli atleti interferire con il doping.  Ovviamente per ora non ci sono nè studi nè evidenze ma la Wada, l’agenzia mondiale antidoping, spiega: “La salute degli atleti è la prima preoccupazione durante questa pandemia, e tutti possono stare tranquilli: nell’eventualità altamente improbabile che un vaccino possa causare una violazione alle norme antidoping in base al Codice Mondiale Anti-Doping, i successivi controlli  faranno in modo che i vaccini e i principi della lotta anti-doping non entrino in conflitto. Per essere chiari, nonostante questi vaccini siano nuovi, non c’è ragione di credere che possano contravvenire alle regole anti-doping”. E’ stato già messo a punto un memorandum di intesa con diverse aziende farmaceutiche e con l’associazione delle industrie di settore, la IFPMA (International Federation of Pharmaceutical Manufacturers and Associations, Associazione Internazionale dellee Case e delle Associazioni Farmaceutiche) per conoscere l’esatta composizione dei differenti vaccini attualmente disponibili.