Lo StoneBrixiaMan extreme triathlon lo hanno finito in ottantatrè. E non ci sono parole. O meglio non bastano perche è difficile raccontare un’impresa così. O forse facilissimo. Qui si va oltre il triathlon. Oltre la fatica che già si fa, oltre la bellezza di molti posti dove ci si tuffa, dove si pedala, dove si corre. Oltre la paura di provarci. Lo “StonemanBrixiaMan extreme triathlon” organizzato da TriO Events con il supporto della Regione Lombardia, della Provincia di Brescia e dei Comuni di Ponte di Legno e Sulzano che il si è corso domenica in Valcamonica  tra lago d’Iseo, Ponte di Legno, Gavia,  Mortirolo e Passo Paradiso nasce un po’ così, su questo filone. E’ il sogno nel cassetto di chi almeno una volta nella vita ci vuole provare, lo sfizio di chi vuol mettere in bacheca una gara estrema. Dal Norseman in Norvegia, al Celtaman in Scozia all’Escape From Alcatraz in California ci sono gare di triathlon che sono anche un’altra cosa, che servono a dimostrare solo a se stessi che si poteva fare. Che basta volere. Tom Pagani, 31 anni francese, è venuto qui per questo:  “È solo il secondo triathlon estremo in cui mi metto alla prova – spiega – ma primo in assoluto in termini di difficoltà e bellezza per gli stupendi paesaggi che ho attraversato….”. E’  suo il record delle quattro edizioni di questa gara , un “viaggio” finito in 13h21’58’’ al cospetto del Passo Paradiso a 2.600 metri d’altezza, tra le nuvole, tra la nebbia, tra l’ammirazione di chi stava aspettando dopo aver affrontato 6mila metri di dislivello, dopo essersi tuffato alle 4 del mattino nelle acque del Lago d’Iseo. Sara Tanghetti, 37 anni bresciana,  racconta le stesse emozioni. Grazie a un’incredibile rimonta riesce in 16h18’39’’ a riscattare il secondo posto del 2019 e viene  accolta dalla commozione della sua famiglia: “Ho iniziato a crederci al Tonale quando mi hanno detto che la prima donna era vicina – spiega- Grande merito lo devo al mio compagno di vita e accompagnatore lungo il percorso”.  Sono loro gli StoneMan, i primi a varcare per primi le “porte del Paradiso”, sono loro i vincitori ma qui vale solo arrivare e, ci perdoneranno, vincere è davvero un dettaglio.  Senza retorica hanno vinto tutti gli 83 al traguardo e forse anche gli altri 47 che non ce l’hanno fatta ma hanno avuto il coraggio di partire. Sono arrivati da mezzo mondo in Valcamonica. Da Francia, Germania, Danimarca, Finlandia, Spagna, Repubblica Ceca, Belgio e Brasile. Tante le storie, dal più giovane Giovanni Romano , classe 1998, al coriaceo Mauro Flora  neo 62enne, Da Cristian Belpedio che qui aveva un conto aperto,  al mito del triathlon italiano Danilo Palmucci: “Ringrazio tutti i miei compagni di viaggio ma non so descrivere l’emozione di arrivare ancora lucido e in spinta su al passo Paradiso- scrive su Facebook- Un viaggio di 14h55’22” nella splendida Valcamonica che mi sono imposto per ricordare degnamente i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Qui c’è l’Inferno (il  Lago d’Iseo),  il Purgatorio ( Passo Gavia) e il Paradiso..” Appunto.