Certo è che il 37mo posto di Gianluca Pozzatti e il 39mo di Delian Stateff non autorizzano rimpianti. Ma, al di là del “campanile” che vorrebbe il triathlon azzurro sugli scudi  con i nostri a giocarsi le medaglie in diretta sulla tv nazionale con un bel po’ di italiani a trattenere il fiato, va detto che  un gara olimpica  indipendentemente da chi vinca resta sempre un bello spettacolo da vedere. E invece no. Sulla Rai della mattina olimpica di Tokyo all’Odaiba Marine Park non c’è traccia. Inutile aspettare: c’è posto per qualsiasi cosa, per gli ospiti intorno ai tavoli, per i tg olimpici, per gli high-light, per dirette che diventano quasi sempre “spezzatini”, per il collegamento con  lo “skate” ma per il triathlon bisogna ripassare oppure abbonarsi alle pay-tv. Va così ma si sapeva. A detenere i diritti per la pay e per l’online  è  infatti il gruppo Discovery che con  può disporre di ben 3mila ore di diretta per le gare. La Rai con  la trasmissione in chiaro, può offrire invece una copertura complessiva di 200 ore circa tramite digitale terreste e Tivùsat più la copertura radiofonica.   Quindi è obbligata a fare delle scelte. Così il triathlon sparisce ed è un peccato perchè, televisivamente parlando è uno sport spettacolare e facile nelle sue regole da seguire, e un passaggio in diretta in chiaro alle 23.30 in quella che ormai per la tv è considerata la seconda serata sarebbe stata una promozione incredibile. Un’occasione persa che però deve far riflettere perchè la promozione di uno sport, che a tutt’oggi nelle scelte di chi trasmette (e di chi scrive sui quotidiani nazionali e sulla stampa non specializzata) resta “minore”, deve passare anche  dalle “pressioni” che una Federazione è in grado di fare e dalle scelte politiche e commerciali che decide di fare. Per far sì che il grande pubblico entri in contatto e si appassioni a una disciplina la Tv “in  chiaro” è ancora un passaggio obbligato e un esempio è l’ accordo che anni fa  fece con la Rai la Federazione di pallavolo. Piaccia o no, la diretta di un evento in Rai vale ancora di più di una diretta sui social, di un post, di un hashtag, di selfie o di una condivisione e su questo bisogna provare ad investire.  Altrimenti la bella vittoria olimpica del norvegese Kristian Blummenfelt, l’argento del il britannico Alex Yee e il bronzo del neozelandese Hayden Wilde continueranno a restare un fantastico spettacolo per gli addetti ai lavori. Ed è un peccato.