Al cento per cento. Cioè senza limiti, cioè tutti insieme, cioè come prima della pandemia che in questi ultimi due anni  ha “contagiato” anche quella formidabile  festa sportiva che è sempre stata la maratona di new York. E allora si ricomincia davvero: dopo lo stop di due anni fa e la limitazione del numero dei partecipanti al 60% con le 33 mila adesioni dello scorso anno, l’edizione di quest’anno che si correrà il 6 novembre avrà al via i 50mila di sempre, quell’esercito di appassionati che da State Island a Central Park inseguono il loro sogno sportivo. Lo ha annunciato lo stesso New York Road Runners, l’ente che organizza la corsa precisando che al via ci saranno solo atleti vaccinati. «Ogni anno – ha detto in un comunicato ufficiale il sindaco di New York Eric Adams – corridori da tutto il mondo vengono a New York perché non c’è corsa migliore. Questa gara è la prova più forte dello spirito e della determinazione della città e siamo fieri di annunciare che quest’anno torniamo ad avere capacità completa. Con 50 mila corridori che gareggeranno a novembre la città che non dorme mai sarà il posto dove si formano i campioni». Tutto vero. Perchè New York non è solo una maratona. Nel 1970 quando l’avventura cominciò al via c’erano 127 podisti.  Qualche anno fa  sul traguardo di Central Park l’allora  sindaco  Bill De Blasio aveva premiato il milionesimo concorrente arrivato al traguardo. Un numero infinito, inimmaginabile che però dà il senso di cosa sia diventata questa corsa, di cosa sia diventata questa maratona che non sarà la più bella e la più antica ma per gli americani e non solo per loro  è la sfida possibile,  è il totem che ognuno pone in cima ai suoi sogni e alla sua volontà. New York è la “terra promessa” di un popolo che non vuole avere rimpianti: così la pensano gli americani, così hanno cominciato a pensare tutti quelli che atterrano qui da ogni spazio del mondo per correre 42 chilometri che poi racconteranno a figli e nipoti. Ed ogni anno c’è un ottimo motivo per esserci. Così andò dopo l’attentato alle Torri Gemelle, così dopo quello di Boston e così andrà il 6 novembre.  Punto e a capo. Dopo la pandemia si ricomincia e si ricomincia proprio da New York  che avrà il sapore speciale di un ritorno alla normalità che forse solo in questi anni abbiamo imparato ad apprezzare.