Guardare la Terra dallo spazio o dal mare. Per studiarla, ammirarla lasciarsi affascinare ovvero un po’ disperarsi per cosa le sta capitando. Vita strana quella degli astronauti. Fatta di sogni ma poi di studi, di test, di missioni che durano mesi e anni, di lontananza e di figli che fanno fatica a riconoscerti quando torni. E anche di paure. Fatta di passioni  proiettate nello spazio che però vogliono anche essere il più terrene possibili. Luca Parmitano, 46 anni catanese,  una laurea in scienze politiche all’Università di Napoli Federico II e poi un diploma all’Accademia Aereonautica Militare di Pozzuoli da cui è partito verso una brillante carriera di pilota prima e di astronauta poi,  è anche un ottimo triatleta. Nel 2009 viene selezionato come astronauta dell’ESA ed è stato il primo italiano a coprire il ruolo di Comandante della Stazione Spaziale Internazionale da un paio di giorni nelle mani di un’altra italiana: Samanta Cristoforetti.  Ha all’attivo due missioni nello spazio, sei “passeggiate spaziali” per un totale di 33 ore e 9 minuti, e centinaia di ore di lavoro dedicate ad esperimenti europei ed internazionali e tra due giorni sarà al via di Elbaman, il primo ironman italiano che correrà sulla distanza  “half”, 1,9 chilometri di nuoto, poi 90 in bici e alla fine 21 di corsa. Non è un debutto. Di gare così ne ha già corse parecchie ed anni fa, allenato da Sergio Contin, aveva partecipato anche alla finale mondiale  di Ironman sulla distanza completa a Kona, nelle Hawaii. Ma l’Elba è l’Elba. Ed Elbaman è un triathlon storico dal fascino tutto suo per com’è, per dov’è e perchè si corre ormai  dal 2005 con partenza da Marina di Campo. “Abbiamo accolto con gioia la partecipazione di Luca Parmitano ad Elbaman- spiega Marco Scotti, patron della gara- non solo perché si tratta di un italiano illustre che ci onora con la sua partecipazione, ma anche perché siamo felici di collaborare con lui nella sensibilizzazione ai temi del cambiamento climatico e del rispetto del pianeta. Temi che vengono promossi dai molti progetti dell’Agenzia Spaziale Europea e che vedono sempre Luca in prima linea e che quest’anno saranno ripercorsi anche qui all’Elba con la mostra Scopriamo la bellezza e fragilità del nostro pianeta   che si terrà nella Sala Consigliare del Comune di Campo nell’Elba nel week della gara. Vogliamo farci raccontare da chi ha avuto la possibilità di osservare la Terra dallo spazio cosa possiamo fare ogni giorno per prenderci cura di un pianeta che non è nostro, ma è nelle nostre mani”. Poi verrà il tempo della gara.  Toccherà nuotare correre e pedalare e per Parmitano, come per tutti gli altri, la parola d’ordine sarà fatica, perchè l’Elba è una meraviglia ma non scherza, soprattutto in bici visto che non c’è un metro di pianura.  Fatica conosciuta per chi è abituato ad andare in orbità dove preparazione, sacrifici e rinunce sono normalità. Capita così di parlare la stessa lingua. Capita di trovarsi di fronte a chi è abituato a fissare e a raggiungere gli obbiettivi. E allora viene facile capire perchè un ‘astronauta si mette in testa di venire all’Elba. Viene facile soprattutto ricordando le parole che Parmitano aveva detto a Fabio Fazio, ormai qualche anno fa, sul palco dell’ Ariston ospite al Festival di Sanremo: “Perchè mi butto sempre in una sfida nuova? Quello che mi scatta è la domanda: perchè no? Abbiamo solo una vita, e bisogna godersi questo percorso fatto di emozioni, di esperienze. E a me piace provare tutto ciò che mi fa crescere. E  il triathlon fa parte di un concetto che va oltre lo spazio…”. Tre, due, uno…contatto.